domenica 26 aprile 2009

III domenica di Pasqua ("Jubilate Deo")

Gli evangelisti non hanno scritto i vangeli solo per narrarci ciò che accadde duemila anni fa, ma per darci una "buona notizia" riguardante il presente. Specialmente quando ci parlano di Cristo risorto, essi non raccontano tanto dei fatti del passato, ma ci descrivono la realtà della Chiesa odierna. Prendete il vangelo di oggi.

"Gesù stette in mezzo a loro". È esattamente la situazione che viviamo ogni giorno: Gesù è in mezzo a noi.

"Credevano di vedere un fantasma". Il testo originale dice: "Credevano di vedere uno spirito". Nel migliore dei casi, quando pensiamo a Gesù risorto, lo pensiamo come uno "spirito". Perciò rimaniamo "sconvolti", quando lo incontriamo in tutta la sua umanità.

"Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io!". Le mani e i piedi di Gesù sono la sua Chiesa, attraverso cui egli continua ad agire e a camminare nel mondo; sono i suoi poveri discepoli con tutti i loro limiti, dei quali rimaniamo spesso scandalizzati, ma attraverso i quali Gesù continua a rendersi presente: "Sono proprio io!".

"Toccatemi e guardate; un fantasma ["uno spirito"] non ha carne e ossa come vedete che io ho". Siamo spesso tentati di spiritualizzare oltre modo il cristianesimo. E invece Cristo continua ad avere "carne e ossa". È il mistero di Gesù risorto; è il mistero della Chiesa. E noi siamo invitati a toccare e guardare, a contemplare e a vivere tale mistero.