lunedì 7 novembre 2016

Una importante (e gradita) precisazione



Non so se, con la riorganizzazione dei suoi servizi d’informazione, la Santa Sede si sia dotata di un ufficio incaricato di scandagliare la blogosfera e di compilare una specie di “rassegna stampa” destinata ai collaboratori (o semplicemente di segnalare agli interessati i post che li riguardano), o se tutto avvenga piú banalmente, attraverso il tradizionale passa-parola: “Ehi, hai letto che ha scritto Tizio sul suo blog?”. A ogni modo, constato che i miei post, almeno quelli direttamente riguardanti i dicasteri vaticani, vengono letti da chi di dovere. Non è la prima volta che ho dei riscontri: era già avvenuto con il post del 12 agosto 2016 concernente la nuova costituzione apostolica sulla vita contemplativa femminile. Allora era stato uno dei consultori della Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica a scrivermi; ma non avevo ritenuto opportuno dar seguito alla cosa, avendo avuto l’impressione che si trattasse piú che altro dello sfogo di chi si era sentito punto sul vivo dalle mie valutazioni. Ora è uno degli officiali della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti (CCDDS) che mi scrive, dopo aver letto il post della settimana scorsa “Revanscismi ecclesiastici”. Questa volta non posso ignorare il messaggio, non solo per il garbo che lo contraddistingue, ma anche e soprattutto perché vi si trovano delle precisazioni che inevitabilmente provocano, se non proprio una retractatio (le preoccupazioni di fondo rimangono immutate), perlomeno una parziale revisione dei giudizi ivi espressi.

Innanzi tutto, il mio interlocutore espone le sue legittime critiche alle mie considerazioni: mi fa notare che «una corretta informazione suppone una corretta informazione». È ovvio che i nostri giudizi, il piú delle volte, sono condizionati dalle informazioni di cui disponiamo; è inevitabile che sia cosí. È vero che, prima di emettere giudizi, bisognerebbe scegliere con cura le nostre fonti di informazione (che dovrebbero essere obiettive o, perlomeno, non tutte del medesimo orientamento) e vagliare poi la loro attendibilità. Io devo ammettere che, non potendo consultare una molteplicità di fonti (è anche una questione di tempo), mi accontento spesso di poche fonti, e magari “di parte” (quelle piú vicine alla mia sensibilità). Ma credo che piú o meno tutti si regolino allo stesso modo. 

In secondo luogo, al mio interlocutore è sembrato «un po’ forzato vedere i nuovi Membri come un blocco uniforme di pensiero … per asserirlo occorrerebbe conoscere bene ciascuno dei nuovi». Convengo di aver forse calcato la mano e riconosco di non conoscere molti dei neo-nominati: anche in questo mi sono lasciato forse condizionare troppo dalle mie fonti di informazione. Una lezione a essere piú cauto in futuro.

Ma quello che mi pare piú interessante è la preziosa precisazione che segue. Dopo aver smentito che «si è trattato di un caso piú unico che raro di completo azzeramento di un dicastero della Curia Romana», il mio interlocutore mi fa sapere che «insieme alle nuove nomine vi erano anche delle conferme di Membri, non rese pubbliche. La prassi normale infatti … è di pubblicare sul Bollettino e su L’Osservatore Romano soltanto le “nomine” dei nuovi e NON le “conferme” di Membri esistenti … E cosí la Congregazione è formata da Membri appena nominati, da Membri confermati per un altro mandato, e da Membri che non hanno terminato ancora il loro mandato». Tale precisazione non può che farmi piacere, perché significa che la CCDDS continuerà a beneficiare di una varietà di presenze e contributi, che non possono che essere di giovamento alla causa della liturgia. Rimaniamo in attesa (il mio interlocutore la dà come cosa imminente) della pubblicazione della composizione aggiornata del Dicastero.
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