Il mio ultimo post (non considerando le omelie), del 29 maggio scorso, si
poneva la domanda: “Qual è il programma di Papa Francesco?”
Maike Hickson sembrerebbe ora dare una risposta a questa domanda. Nel suo
articolo di ieri su OnePeterFive, riferisce quello che sarebbe stato il contenuto del colloquio del 30 giugno
scorso fra Papa Francesco e il Card. Gerhard Müller, durante il quale il
Pontefice ha comunicato al Prefetto della CDF che non sarebbe stato rinnovato
il suo mandato. Naturalmente è un resoconto che va preso con beneficio d’inventario;
ma non ci sono seri motivi per metterne in dubbio la sostanziale autenticità. Mi
limito a tradurre la parte centrale dell’articolo.
Il Cardinal Müller è stato chiamato al Palazzo Apostolico il 30 giugno, e lui vi si è recato con le sue carte, pensando che si trattasse di uno dei consueti incontri di lavoro. Il Papa invece gli ha detto che gli doveva rivolgere solo cinque domande:
— Lei è a favore o contro il diaconato femminile? «Sono contrario», è stata la risposta del Cardinal Müller.
— Lei è a favore o contro l’abrogazione del celibato? «Naturalmente sono contrario», ha risposto il Cardinale.
— Lei è a favore o contro le donne sacerdote? «Sono risolutamente contrario», ha replicato il Cardinal Müller.
— Lei è disposto a difendere Amoris laetitia? «Per quanto mi è possibile», ha risposto il Prefetto della CDF, «ci sono ancora delle ambiguità».
— Lei è disposto a ritrattare le sue rimostranze riguardo al licenziamento di tre suoi impiegati? Il Cardinal Müller ha risposto: «Santo Padre, erano persone valide e irreprensibili, di cui ora sento la mancanza; e non è stato corretto licenziarli senza chiedere il mio parere, poco prima di Natale, e fargli liberare l’ufficio per il 28 dicembre. Ora mi mancano».
Al che il Papa ha risposto: «Bene. Cardinal Müller, volevo solo informarla che non estenderò il suo mandato come Prefetto della Congregazione della Fede».
Senza nessun saluto o spiegazione, il Papa ha lasciato la sala. Il Cardinal Müller in un primo momento pensava che il Papa fosse andato a prendere un ricordino come segno di gratitudine, per cui è rimasto ad attendere pazientemente. Ma non c’è stato nessun dono del genere, né alcuna espressione di gratitudine per il suo servizio. Il Prefetto della Casa Pontificia, l’Arcivescovo Georg Gänswein, allora ha dovuto spiegargli che l’incontro era terminato e che era ora di andare.
Non mi interessa qui soffermarmi sugli aspetti umani del colloquio.
Saprebbe troppo di pettegolezzo: ciascuno ha la sua personalità, il suo
carattere, i suoi modi, e dobbiamo accettarlo cosí com’è.
Quel che mi preme è
porre al Santo Padre una domanda: «Santità, corrisponde al vero tale resoconto?
È questo il Suo programma di governo? Se sí, per favore ce lo dica; sarà meglio
per tutti».
Q