This coming Wednesday is Ash Wednesday. So,
today is the last Sunday before Lent. When, in June, after Pentecost, we resume
Ordinary Time, we will read the second discourse of Jesus in Matthew’s gospel,
the so-called “missionary discourse.” Therefore, today we conclude the reading
of the sermon on the mount.
domenica 26 febbraio 2017
lunedì 20 febbraio 2017
Dato per letto
Venerdí scorso
Papa Francesco si è recato all’Università Roma Tre, dove si è incontrato con
gli studenti. A proposito della visita, il bollettino della Sala stampa della Santa Sede riportava la seguente informazione:
«Nel corso dell’incontro sul Piazzale antistante l’Università, introdotto dall’indirizzo di omaggio del Magnifico Rettore, Papa Francesco ha risposto a braccio alle domande poste da quattro studenti, dando per letto il testo preparato in precedenza e consegnato ai presenti».
Le domande degli
studenti, ovviamente, erano state preparate in anticipo e il discorso che il
Santo Padre avrebbe dovuto pronunciare conteneva appunto le risposte a quelle
domande. Ciò nonostante, Papa Bergoglio ha preferito rispondere a braccio. Non
è la prima volta che questo accade, né nell’attuale né in precedenti
pontificati. Giovanni Paolo II, per esempio, specialmente negli ultimi anni,
quando non era piú in grado di parlare fluentemente, era solito consegnare in
una busta il discorso che era stato preparato. L’attuale Pontefice poi pare che
avesse già adottato questo sistema nelle visite ad limina. Ha suscitato un
certo clamore il discorso — non letto, ma solo consegnato — rivolto ai Vescovi
tedeschi, del quale Papa Francesco si sarebbe successivamente scusato dicendo:
«Non l’ho scritto io, non l’avevo letto, non tenetene conto» (vedi qui).
sabato 18 febbraio 2017
«Estote vos perfecti»
Up to now I used to prepare my homilies on Sunday, since both Masses I had to celebrate were on Sunday. Now that the Mass for the troops has been anticipated on the previous evening, I have to prepare my homily on Saturday. So I can post it in advance. Maybe, it can be helpful for some fellow priests.
In today’s gospel we find the continuation of
the antitheses of the Sermon on the Mount. Last Sunday we read the first four
antitheses; today, the last two. We were pointing out that, when Jesus quotes
one of the commandments, he extends and deepens the meaning of that commandment;
on the contrary, when he quotes subsequent adaptations of the law, he rejects
them and goes back to the original intention of God. Well, we find this
different attitude of Jesus even in the last two antitheses.
martedì 14 febbraio 2017
Quando la forma è sostanza
Fece un certo scalpore, nel
novembre scorso, la dichiarazione rilasciata dal Presidente della Commissione
per la famiglia della Conferenza episcopale polacca, Mons. Jan Wątroba, a
proposito dei dubia dei quattro Cardinali circa l’esortazione apostolica
Amoris laetitia. In quell’occasione il Vescovo di Rzeszów ebbe a dire: «Io
personalmente — forse per abitudine, ma anche con profonda convinzione —
preferisco un’interpretazione come era solito fare Giovanni Paolo II, dove non
c’era bisogno di commenti o interpretazioni del magistero di Pietro» (qui).
domenica 12 febbraio 2017
«Non veni solvere sed adimplere»
Sometimes we encounter in Scripture statements
that may appear contradictory. Saint Paul, in his letter to the Ephesians,
says: “[Christ abolished] the law with its commandments and legal claims” (Eph
2:15). Jesus, in today’s gospel, declares: “Do not think that I have come to
abolish the law and the prophets. I have come not to abolish but to fulfill.”
So, who is right, the gospel or Paul? Did Jesus actually abolish the law or
not? It is not a question of little account, because our life depends on the
answer to this question: if the law is still in force, we are obliged to
observe it; if Jesus has abolished it, we can feel free to behave according to
our will. Today’s liturgy helps us to answer this question.
venerdì 10 febbraio 2017
Auctoritates
Sull’ultimo numero della Civiltà Cattolica (quaderno 3999) il
Vicedirettore Padre Giancarlo Pani ha pubblicato un articolo su “La donna e il
diaconato” (abstract;
parzialmente citato dal blog Settimo cielo),
nel quale si avventura su un terreno insidioso, in cui, a mio parere, avrebbe
fatto meglio a non inoltrarsi: la questione del sacerdozio femminile, definitivamente
risolta con la lettera apostolica Ordinatio sacerdotalis di Giovanni
Paolo II del 22 maggio 1994.
martedì 7 febbraio 2017
Traduzioni e ideologia
Mi ero ripromesso di tornare
sulla notizia della costituzione, presso la Congregazione per il culto divino e
la disciplina dei sacramenti (CCDDS), di una commissione incaricata di rivedere
Liturgiam authenticam, e cioè la “quinta istruzione per la retta
applicazione della Costituzione sulla sacra liturgia del Concilio Vaticano II sull’uso
delle lingue volgari nella pubblicazione dei libri della liturgia romana” del
28 marzo 2001 (qui il testo originale latino; qui la traduzione inglese; qui il comunicato stampa in italiano).
Ne aveva parlato per primo Sandro Magister sul blog Settimo Cielo, in un
post dell’11 gennaio;
successivamente, il 26 gennaio, la notizia era stata confermata da Gerard
O’Connel sulla rivista dei gesuiti America.
domenica 5 febbraio 2017
«Sal terrae ... lux mundi»
Last week we were saying that the new law,
promulgated by Jesus on the mountain, is a sui generis law: before being
a code of precepts, it is a good news item. In the Beatitudes Jesus confines
himself to declaring that the poor are blessed, that they are God’s favorites,
regardless of their merits and holiness. If you remember, Saint Paul told us
that God does not choose the best, the wise and the strong, but the foolish,
the weak and the lowly, so that no one may boast before him. God’s election is
totally free; it does not depend on our works. In the letter to the Galatians,
Paul says: “By works of the law no one will be justified … if justification
comes through the law, then Christ died for nothing” (Gal 2:16.21). For this
reason, addressing the Corinthians—as we have heard in the second reading—he
reminds them that “I resolved to know nothing while I was with you except Jesus
Christ, and him crucified.”
giovedì 2 febbraio 2017
“Mutuo arricchimento”
Ieri mi sono imbattuto in
questo articolo, che ho trovato estremamente interessante. È stato scritto dal
Padre Peter M. J. Stravinskas,
fondatore e superiore della Società sacerdotale del Beato John Henry Newman,
fondatore e presidente della “St. Gregory Foundation for Latin Liturgy”,
fondatore e direttore della rivista The Catholic
Response. Mi sembra un articolo pieno di buon senso e immune da ogni
sorta di prevenzioni ideologiche. Ritengo che le considerazioni in esso
contenute dimostrino, se ce ne fosse bisogno, che:
a) se è vero che il Novus
Ordo (la “forma ordinaria” del rito romano) può avere dei limiti, certamente
anche il Vetus Ordo (la “forma straordinaria”) non ne è esente;
b) che il Vaticano II vide
giusto quando individuò tali limiti e ne indicò la soluzione;
c) che i Padri conciliari non
avevano intenzione di creare un nuovo rito della Messa, né da sostituire all’antico
né da giustapporre ad esso, ma solo di restaurare l’antico rito (e forse
bisogna ammettere che la successiva riforma andò, in qualche misura, oltre le
indicazioni dei Padri);
d) che la Sacrosanctum
Concilium dovrebbe essere il punto di riferimento per la ricostituzione di
un unico rito romano (obiettivo a cui dovrebbe tendere la cosiddetta “riforma
della riforma”).
Alcuni dei punti qui trattati (specialmente le questioni del lezionario e del calendario),
li avevo già presi in considerazione in un post del 6 marzo 2009.
Ovviamente qui ci troviamo di fronte a uno studio molto piú ampio e completo,
fatto da uno che conosce bene, per esperienza diretta, la forma straordinaria. Su altri
punti ritengo che si possa tranquillamente discutere (p. es., alcuni aspetti
della forma ordinaria, come la preghiera dei fedeli, prima di essere fatti
propri dalla forma straordinaria, andrebbero radicalmente ripensati nella
stessa forma ordinaria). In ogni caso, si tratta di un testo utile dal mio
punto di vista per avviare una approfondita riflessione in materia.
Per tutti questi motivi, ho
pensato che l’articolo meritasse una grande diffusione e perciò ne metto a
disposizione dei lettori la traduzione italiana.
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