Ogni rivoluzione
che si rispetti ha i suoi pasdaran e il suo clero refrattario. La rivoluzione
da qualche anno in atto nella Chiesa cattolica non poteva fare eccezione. Non
meraviglia dunque che il pasdaran di turno, certo Giulio Cirignano, dalle
colonne dell’Osservatore Romano, se la prenda col clero refrattario che
non solo non si entusiasma per lo «straordinario momento» che stiamo vivendo,
ma addirittura assume un «atteggiamento, talvolta, di chiusura se non di
ostilità».
Ci si potrebbe ritenere
offesi al sentirsi definire «discepoli [che] dormono»; «pastori poco
illuminati», che tengono i fedeli loro affidati «dentro un orizzonte vecchio, l’orizzonte
delle pratiche abituali, del linguaggio fuori moda, del pensiero ripetitivo e
senza vitalità»; «Sinedrio … ricco di devoto ossequio al passato … [ma] povero
di profezia». Ma ormai ci siamo abituati; abbiamo le spalle grosse; svolgiamo
il nostro lavoro non certo alla ricerca di lodi, ma solo per servire il Signore
che ci ha scelti, con tutti i nostri limiti e imperfezioni, e ci ha inviati
come pecore in mezzo ai lupi. Certo, dopo aver preso tante sberle per le strade
del mondo, una volta rientrati in casa, farebbe piacere sentirsi dire una
parola di incoraggiamento e di conforto. Da qualche tempo invece, anche dentro
la Chiesa, lo sport preferito sembra essere diventato il tiro al piattello,
dove il piattello sono i poveri preti che non ne fanno una giusta. Ma va bene
cosí; un motivo in piú per non montarci la testa e prendere parte, nel nostro
piccolo, alla passione del Maestro.
Certo, sentirsi
dare del “Sinedrio” da chi è perfettamente integrato nell’establishment,
fa un po’ sorridere. Mentre è un’accusa generica (ancorché circoscritta), gratuita
e tutta da dimostrare quella secondo cui il livello culturale di parte del
clero sarebbe modesto, la sua cultura teologica scarsa e ancora minore la
preparazione biblica.
Ci si potrebbe
chiedere se sia una mossa intelligente, ai fini del trionfo della rivoluzione,
quella di attaccare il clero. Il clero dopo tutto, insieme con i fedeli,
costituisce la “base” della Chiesa. Se si vuole che la rivoluzione faccia
breccia tra i fedeli, occorrerebbe farselo amico; accusarlo un giorno sí e l’altro
pure di tutte le peggiori nefandezze, non credo che giovi molto alla causa.
Ma quello che
lascia piú basiti è la totale incapacità, da parte di certe menti votate all’ideologia,
di leggere la situazione: sembrerebbe che i rivoluzionari, una volta raggiunto
il potere, perdano la percezione della realtà. Ma come si fa a dire che «gran
parte dei fedeli è in festa»? Diamo atto che, anche in questo caso non si
assolutizza l’affermazione, ma, in ogni caso, certe asserzioni andrebbero documentate.
Non basta accontentarsi di quanto dicono i grandi mezzi di informazione. Non
fanno testo; sappiamo bene che buona parte di quel che scrivono o trasmettono è
pura propaganda. Bisognerebbe avere dei dati per poter dichiarare che «gran parte
dei fedeli è in festa». Ma purtroppo anche chi, durante il precedente
pontificato, era cosí solerte a fornirci tutti i dati delle udienze, degli Angelus,
ecc., sembrerebbe caduto in letargo.
Ogni tanto però
qualche dato salta fuori; ma anche in questo caso se ne danno spiegazioni
alquanto improbabili. Sono stati pubblicati i risultati dell’8 per mille degli
ultimi anni fino al 2015. Non voglio darne interpretazioni affrettate e
azzardate. Dico solo: dovrebbero far riflettere. Prima ancora che venisse
pubblicata questa tabella, qualcuno aveva già messo le mani avanti: Colpa degli
scandali del clero (e te pareva!). Beh, se c’è stato un annus
horribilis da questo punto di vista è stato il 2010, l’Anno sacerdotale,
durante il quale fu scatenata una campagna senza precedenti contro la pedofilia
nella Chiesa. Ebbene, andate a vedere nella tabella i risultati dell’8 per
mille in quell’anno: il risultato migliore dell’ultimo decennio. Si direbbe che
il rapporto causa-effetto fra scandali del clero e 8 per mille non sia poi
cosí evidente.
Ora, se il clero
è refrattario alle novità, se i fedeli (almeno quelli italiani, ma sarebbe
interessante conoscere anche i dati dell’Obolo di San Pietro) dimostrano
disaffezione non destinando l’8 per mille alla Chiesa cattolica, direi che
qualche domandina bisognerebbe pur porsela. O no?
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