sabato 13 ottobre 2018

Un Papa eretico?



Non mi hanno mai appassionato le dispute sull’eventualità di un Papa eretico. Perché? Forse perché pongono un caso che non può darsi nella realtà? No, non ho alcun dubbio che un Papa, come chiunque di noi, possa cadere in eresia. In questo caso non c’entra l’infallibilità del Sommo Pontefice, che, come sappiamo, ha dei limiti ben definiti. Il problema è che si tratta di dispute totalmente sterili: una volta stabilito che il Papa è eretico, che fare?

giovedì 11 ottobre 2018

Sant’Alessandro Sauli



Ieri si parlava di santità. Nel mio post, facevo riferimento al Cinquecento. Di solito si ricordano i nomi dei grandi Santi di quel secolo: Carlo Borromeo, Ignazio di Loyola, Teresa d’Avila, Giovanni della Croce, ecc. Ma ci furono molti altri Santi, meno noti, che pure contribuirono non poco all’opera di riforma della Chiesa, prima e dopo il Concilio di Trento. Uno di questi è il Santo celebrato quest’oggi: Alessandro Sauli, vescovo barnabita, uno dei maggiori esponenti della Controriforma cattolica. 

mercoledì 10 ottobre 2018

«Abluitur undis, non quatitur»



Beh, bisogna riconoscere che l’attuale situazione della Chiesa, tanto critica da apparire terminale, qualche risvolto positivo pure ce l’ha, come per esempio quello di far ritrovare su un terreno comune, che potremmo definire “mediano”, persone intellettualmente oneste, provenienti da sponde opposte, fino a qualche tempo fa su posizioni che sembravano fra loro inconciliabili. Sto parlando di Aldo Maria Valli, di estrazione “progressista” (un tempo convinto sostenitore del Card. Martini), e Alessandro Gnocchi, da sempre su posizioni “tradizionaliste”. Ebbene questi due giornalisti si sono ritrovati ieri per un colloquio estremamente interessante, che vale la pena di leggere (qui). Avverto i lettori che, per comprendere i contenuti del colloquio, è assolutamente necessario leggere prima l’articolo di Gnocchi su Riscossa Cristiana (qui). 

sabato 6 ottobre 2018

Durezza di cuore



Al di là delle tante considerazioni che si possono fare sul vangelo di questa domenica, mi ha particolarmente impressionato il linguaggio che Gesú usa con i farisei. Da notare, come premessa, che Gesú, ai farisei che lo interrogano sulla liceità del divorzio, chiede: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Segno, questo, che egli si attende che essi rispondano citando il sesto comandamento («Non commettere adulterio»). E invece quelli replicano: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla». Ignorando la legge che proibisce, ricordano l’eccezione che autorizza. Ebbene, per giustificare la deroga fatta da Mosè al comandamento di Dio, Gesú dà la seguente spiegazione: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma».

lunedì 1 ottobre 2018

Il primato della tradizione



Continuo a ripensare al tema affrontato in uno degli ultimi post: Una Chiesa piú sinodale? Perché no? (19 settembre 2018). Continuo a ripensarci, perché mi sembra di non aver detto tutto quel che bisognava dire. Non che sia sbagliato ciò che ho scritto, ma non è sufficiente. Praticamente mi sono limitato a incoraggiare i lettori a non aver paura della sinodalità e a metterli in guardia dal pericolo delle lobby. E questo è vero. Ma il pericolo non viene solo dalle lobby; esso può venire anche da un episcopato che partecipa a un sinodo in buona fede, ma con l’atteggiamento sbagliato, pensando di poter decidere qualsiasi cosa. Un rischio, questo, nel quale può però incorrere anche il Romano Pontefice: esercitare il primato con la massima buona fede, ma con lo spirito di chi pensa di possedere un potere assoluto. Che voglio dire? Noi stiamo a discutere su primato pontificio e sinodalità, per stabilire se venga prima l’uno o l’altra; ma ci dimentichiamo che il problema non solo loro — il primato e la sinodalità — il vero problema sta nel come viene inteso un concilio, un sinodo o il ministero stesso del Papa. Ci dimentichiamo forse che la sinodalità e il primato non sono valori assoluti, ma relativi: essi sono degli strumenti in funzione di un bene superiore che essi devono perseguire. Quale? La conservazione, l’approfondimento e la trasmissione del deposito della fede.