martedì 27 febbraio 2018

Padre Cavalcoli interviene su Rosmini


Beh, sembrerebbe che il “laboratorio culturale”, da me auspicato nel post di venerdí scorso, si sia già avviato. Ho ricevuto ieri da Padre Giovanni Cavalcoli una lettera su Rosmini, in risposta ai miei ultimi post sull’argomento. Trattandosi di una questione estremamente importante e visto il contenuto, di gran pregio, della lettera, penso che sia giusto condividerla con i lettori, perché possano farsi un’idea personale che tenga conto dei diversi aspetti del problema. Per una mia replica, bisognerà attendere qualche giorno.
Q


Caro Padre Scalese,


ho letto le sue considerazioni sul pensiero del Beato Rosmini, che Lei ha recentemente pubblicato sul suo blog. La questione che Lei solleva se il Rosmini possa aiutarci nel confronto pensiero moderno postcartesiano è molto interessante, ma io Le direi subito che il Roveretano, per quanto abbia posseduto una mente di  eccezionale acutezza, nobiltà e forza speculativa e ci abbia lasciato al riguardo intuizioni e spunti importanti, nel confrontarsi con Kant e con l’idealismo tedesco, nonostante la sua retta intenzione e la sua opera poderosa di salvare il salvabile e di accoglierne criticamente i valori, seppur tenendo d’occhio le verità di fede, è rimasto ingannato in buona fede dagli errori metafisici e gnoseologici dell’idealismo, come ha dimostrato il Padre Cornelio Fabro in un approfondito e documentato studio da par suo (L’enigma Rosmini, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 1988). Questo fu messo in luce autorevolmente dal famoso Decreto Post obitum del Sant’Offizio del 1887.

lunedì 26 febbraio 2018

“Unigenito” o “amato”?




Avevo accennato alla cosa nel post del 14 gennaio 2016, ma senza approfondirla. La liturgia della seconda domenica di Quaresima (anno B) mi ha offerto l’occasione di riprendere in mano la questione. Nella prima lettura, tratta dal capitolo 22 della Genesi, leggiamo:
Prendi tuo figlio, il tuo unigenito che ami, Isacco (v. 2)
Non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unigenito (v. 12)
Non hai risparmiato tuo figlio, il tuo unigenito (v. 16)

sabato 24 febbraio 2018

«Hic est Filius meus dilectus; audite illum»



In today’s liturgy both the first reading and the gospel are set on a mountain. Mountain is a high secluded place, where it is easier for man to meet God. 

venerdì 23 febbraio 2018

Un “laboratorio culturale” per la Chiesa d’oggi



Don Giulio Meiattini, benedettino dell’Abbazia di Noci, che aveva ripreso e approfondito il mio studio sui I postulati di Papa Francesco (qui e qui), mi ha scritto a proposito dei miei ultimi post sul (mancato) confronto fra Chiesa e modernità, con un particolare riferimento a Rosmini:

sabato 17 febbraio 2018

«Erat cum bestiis, et angeli ministrabant illi»



During Lent the arrangement of readings changes. While, during Ordinary Time, the first reading matches the gospel, in Lent it is independent from it and proposes the main events of the history of salvation. The second reading, which in Ordinary Time goes on its own, during Lent highlights some points either from the first reading or from the gospel.

lunedì 12 febbraio 2018

Rosmini e la riforma della filosofia



Un lettore, che ha seguito la mia recente disputa con “Cesare Baronio”, è rimasto incuriosito dai riferimenti da me fatti a Rosmini, e mi chiede se sia possibile scrivere qualcosa su di lui. Lo faccio volentieri, precisando che non si tratta, ovviamente, di una trattazione scientifica, ma solo di alcuni cenni, che hanno come unico scopo quello di... suscitare una maggiore curiosità.

sabato 10 febbraio 2018

«Si vis, potes»



On the day spent in Capernaum, Jesus had already performed some miracles: he had freed a demoniac in the synagogue; then he had cured Simon’s mother-in-law; and finally he had healed many who were sick and driven out many demons after sunset. If you remember, on the following day he had left Capernaum to preach in the nearby villages. It is precisely outside Capernaum that Jesus works another miracle, this time in favor of a leper.

martedì 6 febbraio 2018

Chiesa, modernità, Rosmini e Benedetto



La disputa sul Concilio fra il sottoscritto e “Cesare Baronio” non accenna ad affievolirsi. Monsignore ha replicato al mio post del 31 gennaio con una dettagliata confutazione delle mie affermazioni (qui). Credo che, giunti a questo punto, serva a poco continuare a controbattere punto per punto. Penso che ormai le posizioni siano chiare: su alcuni punti ci troviamo d’accordo; su altri invece siamo irrimediabilmente discordi. La divergenza di fondo sta nel fatto che, mentre Baronio è convinto che siano state inserite deliberatamente nei testi conciliari delle ambiguità, in modo che successivamente al Concilio si potesse procedere alla demolizione della Chiesa secondo un piano prestabilito, io ritengo che il piano ci fosse, riconosco che nei documenti conciliari ci possano essere alcune ambiguità (inevitabili in un concilio pastorale), ma non credo che ci sia stata, da parte dei Padri conciliari (per lo meno da parte della maggioranza di loro) una intenzionale volontà di destabilizzare la Chiesa, come pure sono profondamente convinto che i Papi del postconcilio non abbiano in alcun modo contribuito alla demolizione della Chiesa, ma abbiano al contrario fatto di tutto per difendere la fede cattolica e, semmai, ricostruire ciò che era stato demolito. Queste sono le posizioni, ormai abbastanza chiare. Continuare a discutere su di esse rischierebbe di sfociare in un dialogo fra sordi o, peggio, in una stucchevole e sterile polemica. 

sabato 3 febbraio 2018

«Omnes quaerunt te!»



Last Sunday we said that Mark, at the beginning of his gospel, portrays a typical day in the life of Jesus. A week ago, we heard the account of Jesus’s visit to the synagogue of Capernaum on the sabbath. In today’s gospel we read the continuation of that story. Once the service was over, Jesus, who was accompanied by the four disciples he had just called to follow him, went to the house of Simon and Andrew for lunch. It was a holiday; so, it was a good opportunity to stay together and have a good time. Maybe, since Jesus had just called his disciples, these invited him, so that he might meet their families. As we enter the house of Simon, we discover that he was married. Unfortunately, on that day, his mother-in-law was in bed with a fever. The disciples had just witnessed the cure of a demoniac in the synagogue; so, they told Jesus of the sick woman, hopeful that their master could do something for her. Jesus did not disappoint their expectations; he healed the woman suddenly and completely, so much so that she began to serve them.