Chi porta attacchi come questo non è un “scontento” o un “oppositore” ma qualcuno che punta a “dividere” la chiesa. Il che nel diritto canonico è un crimine, punibile.
All’inizio del giubileo Francesco aveva chiesto alle autorità gesti di clemenza verso i detenuti: clemenza che lui per primo non ha mai applicato ai suoi imputati del processo detto Vatileaks. A fine giubileo si capisce il perché: lui non vedeva in quel processo una procedura penale, ma un gesto pedagogico verso gli avversari.
Quelli che stanno cercando di ridurlo a un santo testimone, che si immedesima nella vita del povero e nel destino dei vinti. E che hanno fatto un altro passo allo scoperto. Rischiando molto.
(Alberto Melloni, La Repubblica, 20 novembre 2016)
I frutti del giubileo della misericordia e della rivoluzione della tenerezza…