Beh, sembrerebbe che il “laboratorio culturale”, da me auspicato nel post di venerdí scorso, si sia già avviato. Ho ricevuto ieri da Padre Giovanni Cavalcoli una lettera su Rosmini, in risposta ai miei ultimi post sull’argomento. Trattandosi di una questione estremamente importante e visto il contenuto, di gran pregio, della lettera, penso che sia giusto condividerla con i lettori, perché possano farsi un’idea personale che tenga conto dei diversi aspetti del problema. Per una mia replica, bisognerà attendere qualche giorno.
Q
ho letto le
sue considerazioni sul pensiero del Beato Rosmini, che Lei ha recentemente pubblicato
sul suo blog. La questione che Lei solleva se il Rosmini possa aiutarci nel confronto
pensiero moderno postcartesiano è molto interessante, ma io Le direi subito che
il Roveretano, per quanto abbia posseduto una mente di eccezionale acutezza, nobiltà e forza speculativa
e ci abbia lasciato al riguardo intuizioni e spunti importanti, nel
confrontarsi con Kant e con l’idealismo tedesco, nonostante la sua retta intenzione e la sua
opera poderosa di salvare il salvabile e di accoglierne criticamente i valori, seppur
tenendo d’occhio le verità di fede, è rimasto
ingannato in buona fede dagli errori metafisici e gnoseologici dell’idealismo,
come ha dimostrato il Padre Cornelio Fabro in un approfondito e documentato studio da par suo (L’enigma
Rosmini, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 1988). Questo fu messo in luce
autorevolmente dal famoso Decreto Post obitum del Sant’Offizio del 1887.