In questi giorni capita di
leggere articoli dai toni un po’ apocalittici, riguardanti presunti progetti di
riforma liturgica, che avrebbero come obiettivo la creazione di un nuovo rito
eucaristico che permetta la partecipazione di fedeli appartenenti a diverse confessioni
cristiane. Di fronte a tali annunci, sinceramente, si rimane alquanto perplessi,
dal momento che non si riesce a vedere che fondamento abbiano: di solito un articolo
cita l’altro, senza mai fornire una fonte attendibile, che non siano le solite
“voci” (o forse, piú probabilmente, all’origine c’è l’errata interpretazione di
alcune informazioni credibili, ma non ben comprese).
Di fatto, l’unica notizia recente
in ambito liturgico è quella della costituzione, presso la Congregazione per il
culto divino e la disciplina dei sacramenti (CCDDS), di una commissione incaricata
di rivedere l’istruzione Liturgiam authenticam. Me ne ero occupato nel
post del 7 febbraio 2017.
Nel post della scorsa settimana ho riportato la smentita del Prof. Grillo circa qualsiasi suo coinvolgimento
nella commissione.
Ora viene una conferma
dell’esistenza della commissione e i nomi dei suoi componenti dal blog di
Francisco José Fernández de la Cigoña La Cigüeña de la Torre.
Un articolo serio sulla questione, che riprende l’indiscrezione de La
Cigüeña, è quello di Riposte catholique (una traduzione italiana nel sito Una Vox).
Perché “serio”? Perché dimostra di essere bene informato e, soprattutto, si limita
ai fatti, senza lasciare che la fantasia prenda il sopravvento. L’articolo riporta
le reazioni a Liturgiam authenticam in ambito tedesco, italiano,
anglosassone, spagnolo e francese. Quel che mi ha colpito maggiormente non è
stato tanto il fatto che ci siano state opposizioni (lo si sapeva già),
quanto piuttosto il diverso trattamento che è stato riservato dalla CCDDS ai
diversi “episcopati” (metto la parola “episcopati” fra virgolette, perché
sappiamo bene che molto spesso i vescovi non ne sanno nulla di certe questioni,
venendo esse gestite per lo piú dai “tecnici”, nella fattispecie dai liturgisti).
Io non conosco la situazione negli ambiti tedesco, francese e spagnolo (non sapevo,
per esempio, che è uscita la nuova edizione del Messale in castigliano: sarebbe
interessante vedere che cosa è venuto fuori, dal momento che era già stata
autorizzata una diversa traduzione della formula di consacrazione per la Spagna
e per i paesi latinoamericani). Conosco meglio (non perché abbia contatti con
gli addetti ai lavori, ma solo perché faccio uso dei rispettivi testi) la
situazione in ambito italiano e anglofono. A proposito dell’Italia, l’articolo
afferma:
Bisogna dire che il mondo dei liturgisti italiani è molto ben organizzato in un efficace gruppo di pressione, in particolare attorno all’Associazione dei Professori di Liturgia, che insegnano alla Pontificia Università Sant’Anselmo, negli istituti liturgici di Padova, Palermo, Bologna, Milano e nei seminari diocesani. L’Ufficio Liturgico della Conferenza Episcopale Italiana è nelle loro mani, al pari delle importanti riviste liturgiche: La Rivista di pastorale liturgica e La Rivista liturgica.
Senza conoscere questi
retroscena, mi ero accorto da solo che gli italiani erano ben ammanicati presso
la CCDDS. Come ero giunto a tale conclusione? Attraverso una serie di
osservazioni sui libri liturgici. Qui basterà fare un esempio, sufficiente a
dimostrare la “corsia preferenziale” di cui l’Ufficio liturgico della CEI ha
sempre usufruito presso il Dicastero.
Martedí della prima settimana di
Quaresima. Vangelo del giorno: Matteo 6:7-15 (il Padre nostro). Nel Lectionary for Mass for Use
in the Dioceses of the United States of America. Second Typical
Edition, approvato nel 2001 a norma dell’istruzione Liturgiam
authenticam, vengono apportate delle correzioni alla New American Bible
(NAB) adottata da quel lezionario:
NAB 1986
|
LEZIONARIO 2001
|
“In praying, do not babble like the
pagans,
who think that they will be heard
because of their many words.
Do not be like them.
Your Father knows what you need
before you ask him.
“This is how you are to pray:
Our Father in heaven,
hallowed
be your name,
your
kingdom come,
your
will be done,
on
earth as in heaven.
Give us today our daily bread;
and forgive us our debts,
as
we forgive our debtors;
and do not subject us to the final
test,
but
deliver us from the evil one.
If you forgive others their
transgressions,
your heavenly Father will forgive
you.
But if you do not forgive others,
neither will your Father forgive
your transgressions.
|
Jesus said to his disciples:
“In praying, do not babble like the pagans,
who think that they will be heard
because of their many words.
Do not be like them.
Your Father knows what you need
before you ask him.
“This is how you are to pray:
Our Father who art in
heaven,
hallowed
be thy name,
thy kingdom come,
thy will be done,
on
earth as it is in heaven.
Give us this day our daily
bread;
and forgive us our trespasses,
as
we forgive those who trespass against us;
and lead us not into
temptations,
but
deliver us from evil.
“If you forgive men their
transgressions,
your heavenly Father will forgive
you.
But if you do not forgive men,
neither
will your Father forgive your transgressions.”
The Gospel of the Lord.
|
Ho evidenziato in corsivo le
modifiche apportate dal comitato Vox Clara (costituito presso la CCDDS) al
testo della NAB, in base alle norme di Liturgiam authenticam. Le
modifiche sono sostanzialmente due: la sostituzione della moderna traduzione
del Padre nostro con la versione tradizionale (ancora usata nella
liturgia) e la sostituzione di others (adottato dalla NAB in omaggio al
politicamente corretto inclusive language) con men (traduzione
letterale dell’originale τοῖς ἀνθρώποις). L’istruzione del 2001 viene dunque
applicata alla lettera.
Che cosa accade in ambito
italiano? In Italia, dove non è stato ancora pubblicata la nuova edizione del
Messale (per i motivi illustrati nel citato articolo), è
stato però pubblicato il nuovo lezionario, che utilizza la traduzione CEI
della Bibbia del 2008. In questo caso, il nuovo lezionario è stato approvato
senza apportare alcuna modifica al testo biblico approvato nel 2008. Può però
essere utile fare un raffronto tra la vecchia e la nuova traduzione CEI:
CEI 1974
|
CEI 2008
|
Pregando
poi, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire
ascoltati a forza di parole.
Non
siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno
ancor prima che gliele chiediate.
Voi
dunque pregate cosí:
Padre
nostro che sei nei cieli,
sia
santificato il tuo nome;
venga
il tuo regno;
sia
fatta la tua volontà,
come
in cielo cosí in terra.
Dacci
oggi il nostro pane quotidiano,
e
rimetti a noi i nostri debiti
come
noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e
non ci indurre in tentazione,
ma
liberaci dal male.
Se
voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste
perdonerà anche a voi;
ma
se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà
le vostre colpe.
|
Pregando,
non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a
forza di parole.
Non
siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno
prima ancora che gliele chiediate.
Voi
dunque pregate cosí:
Padre
nostro che sei nei cieli,
sia
santificato il tuo nome,
venga
il tuo regno,
sia
fatta la tua volontà,
come
in cielo cosí in terra.
Dacci
oggi il nostro pane quotidiano,
e
rimetti a noi i nostri debiti
come
anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e
non abbandonarci alla tentazione,
ma
liberaci dal male.
Se
voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che
è nei cieli perdonerà anche a voi;
ma
se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le
vostre colpe.
|
Anche in questo caso ho
evidenziato le variazioni della traduzione del 2008 rispetto a quella del 1974.
Ebbene, a parte qualche modifica di carattere puramente formale, se
consideriamo la traduzione del 1974, quando ancora Liturgiam authenticam
era di là da venire, potremmo dire che ne anticipasse inconsapevolmente i
contenuti: versione tradizionale del Padre nostro; “uomini” tradotto
letteralmente. Nella traduzione del 2008, adottata dal nuovo
lezionario, invece, si modifica la versione del Padre nostro
(nonostante si continui a usare nella liturgia la formula tradizionale) e si
rende “uomini” con “altri”, esattamente come fa la NAB (nonostante che in
Italia, grazie al Cielo, non sia cosí sentito come nel mondo anglosassone il
problema del “linguaggio inclusivo”).
Ebbene, il nuovo lezionario è stato
approvato nell’anno del Signore 2009 dalla CCDDS, durante il pontificato di
Benedetto XVI, con S. Em. il Card. Antonio Cañizares Llovera Prefetto, S. E. R.
Mons. Albert Malcom Ranjith Patabendige Don Segretario e il Rev. Padre Anthony
Ward Sottosegretario, nessuno dei quali risulta essere di tendenze moderniste o
bugniniane. Sono stati usati, nello stesso ambito, due pesi e due misure. Come
si spiega? Dobbiamo attribuire il diverso trattamento a negligenza di chi
doveva vigilare sull’esatta applicazione di Liturgiam authenticam? Oppure
l’istruzione è stata temporaneamente sospesa in occasione dell’approvazione del
lezionario italiano? Evidentemente è vero quanto sostenuto dall’articolo di Riposte
catholique: in Italia c’è un “efficace gruppo di pressione” che riesce a
ottenere quel che vuole, in barba a ogni normativa e a prescindere dai
titolari pro tempore della Curia romana. E, aggiungerei, dello stesso Episcopato
italiano: già nel lontano 1986 il Card. Giacomo Biffi si lamentava che
nell’edizione del Messale italiano del 1983 erano state introdotte alcune nuove
preghiere eucaristiche all’insaputa dei vescovi (si veda il mio post del 2 febbraio 2010).
È proprio vero: come dice il proverbio, il mondo è di chi se lo piglia.
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