Continuo a provare un certo stupore nel vedere come è stato favorevolmente accolto il mio blog. Ringrazio tutti coloro che hanno voluto manifestarmi la loro solidarietà, simpatia, incoraggiamento: confratelli, ex-alunni (ritrovati dopo molti anni grazie a quella simpatica invenzione che è Facebook) e, soprattutto, scout. Confesso di aver fatto questo passo con una certa titubanza: non è facile esporsi; solitamente preferiamo rimanere nell'anonimato senza dare fastidio a nessuno, senza esprimere i nostri pensieri, vivendo in pace con tutti. Specialmente per uno che, come me, riveste qualche responsabilità, rappresenta in qualche modo una istituzione e, soprattutto, in quanto sacerdote, dovrebbe essere al di sopra delle parti e non dovrebbe mai occuparsi di questioni che esulano dalla sua missione pastorale, risulta piuttosto arduo "venire fuori". Ed è proprio questo che maggiormente ha colpito molti amici. Come? Non è possibile; non era mai successo; questo fatto esce fuori dagli schemi usuali (quegli schemi che ci fanno molto comodo, anche quando li contestiamo). Ma ho visto che questo "coraggio" è stato in genere apprezzato, sia da quanti condividono gli stessi ideali e le medesime preoccupazioni, sia da quanti sono magari piú indifferenti a certe problematiche.
Mi ha fatto molto piacere vedere come fra diversi Querciolini e, ripeto, soprattutto fra gli scout ci sia una sensibilità molto affine: segno che in quegli anni che abbiamo trascorso insieme, in un'aula scolastica o sotto una tenda, si è stabilito un legame profondo e una sintonia ideale, di cui forse allora non ci rendevamo conto. Se adesso sperimentiamo la stessa inquietudine, la stessa insoddisfazione per il mondo che ci circonda, significa che la Querce è stata qualcosa di piú di una semplice scuola.
Naturalmente non mi illudo che tutti coloro che mi leggono condividano le mie idee. So che molti sono sintonizzati su una diversa lunghezza d'onda. È normale ed è giusto che sia cosí. Qualcuno me lo ha anche voluto scrivere. La cosa non mi dispiace affatto; anzi, mi convince ancora di piú dell'opportunità dell'iniziativa, perché vedo quanto sia diffusa, anche in ambito ecclesiale, l'accettazione acritica della mentalità dominante. Voglio riportare uno di questi messaggi, senza naturalmente citare il nome di chi lo ha scritto e la provenienza (tengo molto alla privacy), giusto per darvi un'idea della realtà in cui viviamo:
"Sono una collaboratrice della parrocchia di ... Ho letto la tua pattaffiata. Scusa la mia ignoranza: non sono in grado di rispondere alla storia dei vari concili. Ti posso dire invece che non è giusto colpevolizzare solo gli Ebrei. Hamas come si comporta con il suo popolo? Se non la pensano come lui li tortura. Usa i bambini come scudo. Questa è libertà? Per me è un criminale che non lascia crescere il suo popolo. Tutto loro proprietà. Sono stata in Terra Santa ben tre volte, e posso dirti tante cose sulle attività che gli Ebrei sostengono a favore anche dei Palestinesi. Noi cattolici, di fronte alla provocazione, siamo invitati da Gesù a porgere l'altra guancia: loro si difendono, e allora? Non nego che i tuoi scritti mi hanno fatto reagire. Scusa e grazie."
Ho già risposto personalmente alla mia (non molto entusiasta) lettrice, per augurarle di aprire gli occhi e rendersi conto che la realtà non è quella che le mostrano giornali e TV. A quanto pare, la propaganda fa effetto su molte persone e il senso critico è un tantino carente. Forse anche colpa nostra — di noi preti, intendo — che non facciamo abbastanza per educare la gente a ragionare con la sua testa e a leggere criticamente la realtà che ci circonda. Un motivo in piú per impegnarci in questa missione, usando dei mezzi che la moderna tecnologia ci mette a disposizione. Qualcuno dirà: non è questo il mestiere del prete. Chi conosce i Barnabiti sa che la loro missione non si esaurisce sull'altare (da dove traggono ispirazione e forza), ma si compie nell'impegno educativo per formare cristiani e cittadini maturi.
PS: noto con piacere che questo blog è stato inserito nella lista dei Siti Cattolici Italiani, e che tra quelli aggiunti il 3 febbraio, è stato quello piú visitato.
Mi ha fatto molto piacere vedere come fra diversi Querciolini e, ripeto, soprattutto fra gli scout ci sia una sensibilità molto affine: segno che in quegli anni che abbiamo trascorso insieme, in un'aula scolastica o sotto una tenda, si è stabilito un legame profondo e una sintonia ideale, di cui forse allora non ci rendevamo conto. Se adesso sperimentiamo la stessa inquietudine, la stessa insoddisfazione per il mondo che ci circonda, significa che la Querce è stata qualcosa di piú di una semplice scuola.
Naturalmente non mi illudo che tutti coloro che mi leggono condividano le mie idee. So che molti sono sintonizzati su una diversa lunghezza d'onda. È normale ed è giusto che sia cosí. Qualcuno me lo ha anche voluto scrivere. La cosa non mi dispiace affatto; anzi, mi convince ancora di piú dell'opportunità dell'iniziativa, perché vedo quanto sia diffusa, anche in ambito ecclesiale, l'accettazione acritica della mentalità dominante. Voglio riportare uno di questi messaggi, senza naturalmente citare il nome di chi lo ha scritto e la provenienza (tengo molto alla privacy), giusto per darvi un'idea della realtà in cui viviamo:
"Sono una collaboratrice della parrocchia di ... Ho letto la tua pattaffiata. Scusa la mia ignoranza: non sono in grado di rispondere alla storia dei vari concili. Ti posso dire invece che non è giusto colpevolizzare solo gli Ebrei. Hamas come si comporta con il suo popolo? Se non la pensano come lui li tortura. Usa i bambini come scudo. Questa è libertà? Per me è un criminale che non lascia crescere il suo popolo. Tutto loro proprietà. Sono stata in Terra Santa ben tre volte, e posso dirti tante cose sulle attività che gli Ebrei sostengono a favore anche dei Palestinesi. Noi cattolici, di fronte alla provocazione, siamo invitati da Gesù a porgere l'altra guancia: loro si difendono, e allora? Non nego che i tuoi scritti mi hanno fatto reagire. Scusa e grazie."
Ho già risposto personalmente alla mia (non molto entusiasta) lettrice, per augurarle di aprire gli occhi e rendersi conto che la realtà non è quella che le mostrano giornali e TV. A quanto pare, la propaganda fa effetto su molte persone e il senso critico è un tantino carente. Forse anche colpa nostra — di noi preti, intendo — che non facciamo abbastanza per educare la gente a ragionare con la sua testa e a leggere criticamente la realtà che ci circonda. Un motivo in piú per impegnarci in questa missione, usando dei mezzi che la moderna tecnologia ci mette a disposizione. Qualcuno dirà: non è questo il mestiere del prete. Chi conosce i Barnabiti sa che la loro missione non si esaurisce sull'altare (da dove traggono ispirazione e forza), ma si compie nell'impegno educativo per formare cristiani e cittadini maturi.
PS: noto con piacere che questo blog è stato inserito nella lista dei Siti Cattolici Italiani, e che tra quelli aggiunti il 3 febbraio, è stato quello piú visitato.