Una settimana piena di problemi di comunicazione.
Domenica scorsa ho avuto modo di parlare con uno dei partecipanti all'ultimo Sinodo dei Vescovi. Mi diceva che durante l'assise si erano incontrati con Padre Lombardi, il quale aveva lamentato una certa confusione nella Curia Romana, una confusione nella quale la Sala Stampa spesso non riuscirebbe a districarsi. A quanto pare, arriverebbero ordini dalla Segreteria di Stato, smentiti poi dalla Prefettura della Casa Pontificia (o viceversa), per non parlare dei vari Dicasteri che si contraddicono l'un l'altro.
Lunedí poi lo stesso Padre Lombardi, parlando a Madrid ai delegati per le comunicazioni sociali delle diocesi spagnole, e facendo riferimento alle ultime vicende della remissione della scomunica ai quattro Vescovi lefebvriani, ha dovuto riconoscere che "ci sono stati errori e problemi di comunicazione" (vedi la notizia riportata la ZENIT).
Mercoledí, al termine dell'udienza accordata da Benedetto XVI alla Speaker della Camera dei Rappresentanti Nancy Pelosi (cattolica pro choice), sono state diffuse due versioni diametralmente opposte del medesimo evento (se ne veda il resoconto in FOXNews). La Pelosi sosteneva di aver lodato l'azione della Chiesa contro la povertà, la fame e il riscaldamento globale e, in particolare, l'impegno del Papa per la libertà religiosa e il suo prossimo viaggio in Israele. Secondo un comunicato del Vaticano, invece, il Papa avrebbe "approfittato dell'occasione per ricordare il dovere dei politici cattolici di difendere la vita umana" con quel che segue. Qualcuno si è giustamente chiesto: hanno partecipato alla medesima udienza?
Ieri infine leggo sull'ANSA che Padre Lombardi ha dovuto precisare che le dichiarazioni di alcuni officiali della Curia Romana sono a titolo puramente personale e non coinvolgono in alcun modo la Santa Sede. Il riferimento era all'intervento di Mons. Marchetto sulle ronde anti-stupro, ma, a quanto pare, anche a quelli di altri ecclesiastici sul caso Englaro o sul Presedente Obama o sul governo Zapatero.
Non voglio entrare nel merito delle singole questioni. Dico solo che forse c'è bisogno di due cose. Innanzi tutto, una riforma (l'ennesima!) della Curia Romana, in modo che si chiariscano le competenze e le responsabilità di ciascun organo della Sede Apostolica. Secondo, una riflessione approfondita e aperta sul problema della comunicazione e dell'informazione. Ho l'impressione che la Chiesa continui a muoversi, nonostante tutte le dichiarazioni e la buona volontà, come se fosse ancora al tempo dell'ancien régime. I tempi sono cambiati, non solo perché oggi abbiamo a disposizione mezzi che una volta non esistevano, ma soprattutto perché è cambiata la mentalità. Una mentalità che la Chiesa, nonostante il Vaticano II, fa fatica a afferrare.
Domenica scorsa ho avuto modo di parlare con uno dei partecipanti all'ultimo Sinodo dei Vescovi. Mi diceva che durante l'assise si erano incontrati con Padre Lombardi, il quale aveva lamentato una certa confusione nella Curia Romana, una confusione nella quale la Sala Stampa spesso non riuscirebbe a districarsi. A quanto pare, arriverebbero ordini dalla Segreteria di Stato, smentiti poi dalla Prefettura della Casa Pontificia (o viceversa), per non parlare dei vari Dicasteri che si contraddicono l'un l'altro.
Lunedí poi lo stesso Padre Lombardi, parlando a Madrid ai delegati per le comunicazioni sociali delle diocesi spagnole, e facendo riferimento alle ultime vicende della remissione della scomunica ai quattro Vescovi lefebvriani, ha dovuto riconoscere che "ci sono stati errori e problemi di comunicazione" (vedi la notizia riportata la ZENIT).
Mercoledí, al termine dell'udienza accordata da Benedetto XVI alla Speaker della Camera dei Rappresentanti Nancy Pelosi (cattolica pro choice), sono state diffuse due versioni diametralmente opposte del medesimo evento (se ne veda il resoconto in FOXNews). La Pelosi sosteneva di aver lodato l'azione della Chiesa contro la povertà, la fame e il riscaldamento globale e, in particolare, l'impegno del Papa per la libertà religiosa e il suo prossimo viaggio in Israele. Secondo un comunicato del Vaticano, invece, il Papa avrebbe "approfittato dell'occasione per ricordare il dovere dei politici cattolici di difendere la vita umana" con quel che segue. Qualcuno si è giustamente chiesto: hanno partecipato alla medesima udienza?
Ieri infine leggo sull'ANSA che Padre Lombardi ha dovuto precisare che le dichiarazioni di alcuni officiali della Curia Romana sono a titolo puramente personale e non coinvolgono in alcun modo la Santa Sede. Il riferimento era all'intervento di Mons. Marchetto sulle ronde anti-stupro, ma, a quanto pare, anche a quelli di altri ecclesiastici sul caso Englaro o sul Presedente Obama o sul governo Zapatero.
Non voglio entrare nel merito delle singole questioni. Dico solo che forse c'è bisogno di due cose. Innanzi tutto, una riforma (l'ennesima!) della Curia Romana, in modo che si chiariscano le competenze e le responsabilità di ciascun organo della Sede Apostolica. Secondo, una riflessione approfondita e aperta sul problema della comunicazione e dell'informazione. Ho l'impressione che la Chiesa continui a muoversi, nonostante tutte le dichiarazioni e la buona volontà, come se fosse ancora al tempo dell'ancien régime. I tempi sono cambiati, non solo perché oggi abbiamo a disposizione mezzi che una volta non esistevano, ma soprattutto perché è cambiata la mentalità. Una mentalità che la Chiesa, nonostante il Vaticano II, fa fatica a afferrare.