Rimango viepiú basito dalla deriva laicista, in cui sembra irrimediabilmente incappato L’Osservatore Romano. Il Presidente del Consiglio Berlusconi racconta una barzelletta con finale blasfemo e l’organo ufficioso della Santa Sede che fa? In un articoletto di cronaca su “Tensioni e polemiche in Italia”, fra le altre cose, commenta: «In questo contesto appaiono tanto piú deplorevoli alcune battute del capo del Governo — piú o meno recenti e di cui peraltro Berlusconi si è subito scusato — che offendono indistintamente il sentimento dei credenti e la memoria sacra dei sei milioni di vittime della Shoah». Quando ho letto questo commento, mi son stropicciato gli occhi e mi son chiesto: ma cos’è questo? un comunicato del Presidente Napolitano? No, si trattava proprio dell’Osservatore Romano! Capite? La bestemmia va stigmatizzata semplicemente perché “offende il sentimento dei credenti”. Al contrario, le battute sugli ebrei non offendono il sentimento degli ebrei, ma “la memoria sacra dei sei milioni di vittime della Shoah”. A quanto pare, secondo l’Osservatore, la memoria delle vittime della Shoah è sacra; il nome di Dio, no!
Perlomeno, Avvenire, con ben altro stile, ha ricordato che la bestemmia, oltre a offendere il sentimento dei cittadini, offende Qualcuno a cui è dovuto il massimo rispetto: «Su ogni uomo delle istituzioni, su ogni ministro e a maggior ragione sul capo del governo grava, inesorabile, un piú alto dovere di sobrietà e di rispetto. Per ciò che si rappresenta, per i sentimenti dei cittadini e per Colui che non va nominato invano».