martedì 24 novembre 2009

Porgere l'altra guancia?

Ricevo da David:

«Tempo fa, durante uno dei soliti pogrom periodicamente scatenati dai musulmani locali contro la comunità cristiana, un vescovo anglicano della Nigeria mandò a dire ai leader islamici attraverso la stampa che non erano loro i soli a saper usare i fucili. La risposta, almeno nel medio periodo, sortí l’effetto desiderato: agli islamisti forse venne in mente che nel Vecchio Testamento (che è parte integrante delle scritture) David afferma con coraggio: “Tu vieni a me con la spada, con la lancia e con l’asta. Io vengo a te nel nome del Signore degli eserciti, Dio delle schiere d’Israele, che tu hai insultato”, prima di uccidere Golia. Ora, lasciamo da parte le armi vere e parliamo solo di quelle mediatiche e legali.

Ho letto il caso di Miss Brown e Myriam su Il Sussidiario e mi sono reso conto di una cosa: in fondo, la signora — che nemmeno è cattolica, credo — è stata lasciata sola e in braghe di tela dai suoi correligionari. Già, perché per quello che ho capito non ci sono state fiaccolate per le strade della città in difesa delle due donne, né la diocesi — che immagino sia anglicana o evangelica — ha alzato un dito per difenderla, magari solo costituendosi parte civile — se possibile nel diritto di common law — o meglio ancora pagandole un ottimo avvocato. Mi sono detto: il Signore aveva profetizzato che i figli della luce sarebbero stati meno scaltri di quelli delle tenebre... non castrati! Già, castrati.. nel senso di privi di vigore nel difendersi e nel difendere i deboli. Qualcuno deve avere in testa una bizzarra interpretazione di “porgere l’altra guancia”: se di fronte al male e all’oppressione dei piccoli restiamo inerti, ci rendiamo complici di un peccato che grida vendetta al cospetto di Dio (per dirla con San Pio X) e attiriamo su di noi quella stessa ira.

Siamo forse ciechi? Non ci accorgiamo che in America l’ABC è un atteggiamento diffuso? Mi riferisco a quel furore antipapista (“All But Catholicism”) che provoca discriminazioni, abusi e non poche violenze contro le comunità cattoliche, indipendentemente dalla loro etnia. Il pregiudizio è talmente diffuso che un solo presidente cattolico è stato eletto in duecento anni in un Paese per oltre un terzo abitato da... papisti. Se questo succede negli Stati Uniti, figurarsi in altri Paesi! Se in Francia la Catholica da un secolo vive sotto il pregiudizio continuo della “laicità di stato”, in Spagna da un lustro il Governo è animato da un furore ideologico spaventoso e privo di rispetto per quanti sono stati massacrati nella Guerra Civile Spagnola (agli “smemorati” che accusano la Chiesa di simpatie franchiste, ricordo che cinquemila religiosi e decine di migliaia di fedeli finirono trucidati dalle sinistre anarchico-socialiste: io ho ottima memoria!). In Russia e in Turchia siamo tollerati a patto di non fiatare. In Cina, in Viet Nam, nel mondo arabo e in Birmania essere cattolico è ragione sufficiente per finire incarcerati senza difesa e senza processo. In India e in Africa si è assistito a “cacce al cattolico” degne di Diocleziano. Le istituzioni europee hanno reso legale il pregiudizio anticattolico: l’ostensione di simboli e la pratica religiosa sono ragioni sufficienti per perdere incarichi pubblici ecc.

Ora, mi domando che senso abbia stare a guardare questo scempio. Certamente, ognuno di noi ha il diritto — di radice evangelica — di porgere la propria guancia all’infinito per ricevere schiaffi: ma nessuno, in buona fede e facendosi scudo delle Scritture, può lasciare che questo succeda agli altri. Quante volte abbiamo voltato la testa dall’altra parte, pensando che in fondo per i cristiani è “normale” essere perseguitati? Ipocrisia: è un modo come un altro per lasciare che le guance degli altri vengano percosse! Perché le conferenze episcopali non si costituiscono parte civile in tutti i processi in cui ci sia “fumus persecutionis” contro cattolici? Mi si dirà che la Chiesa non può rischiare di mettersi dalla parte dei colpevoli: beh, questa è una bella corbelleria! Vige il principio della presunzione di innocenza, non il contrario! Poi, in tanti casi il “fumus” è evidente e merita approfondimenti... Tra l’altro, sarebbe opportuno una buona volta imitare i musulmani e gli ebrei che hanno costituito agenzie apposite, come la Anti-Defamation League, al solo scopo di tutelare il buon nome e la libertà dei loro correligionari e della loro fede. Basterebbe davvero poco: in fondo, non credo che alla Santa Sede o alle Conferenze Episcopali manchino i fondi né le relazioni con principi del foro e giornalisti capaci per scatenare campagne giudiziarie e nei media in difesa dei cattolici oppressi.

Fino a quando continueremo a porgere l’altra guancia... dei fratelli?».

Sono d’accordo. Sempre pronti a batterci il petto, anche per colpe che non abbiamo commesso, ma mai pronti a batterci in difesa della Chiesa.