Come sapete, Beatrice continua a tradurre non pochi post di questo blog, mettendoli così a disposizione del pubblico di lingua francese. Ovviamente, non sempre i lettori si trovano d'accordo con le idee che esprimo (vorrei ben vedere...); e, invece di scrivere a me, scrivono a lei. Giorni fa aveva tradotto il mio post dal titolo Il suicidio dell'Europa; qualcuno (una certa Carlota) lo ha trovato un tantino eccessivo (vedi il post Débat):
Le Père Scalese n'avait vraiment pas le moral ce jour-là! Je n'adhère pas du tout à la phrase "vivre sous l'Islam ne sera pas pire que vivre dans cette Europe". Ni avec la suivante: "... les musulmans, comme les barbares d'il y a bien longtemps pourront devenir chrétiens et entamer une nouvelle civilisation", car à voir ce qui arrive aux Chrétiens d'Orient, j'ai du mal à croire que les musulmans seront conquis comme les barbares par la pensée de l'Occident rechristianisé. Mais je suis d'origine méditerranéenne et hispanophone. Ce qui me fait me dresser tout particulièrement contre toute idée de dhimmitude (même si la menace est bien présente) et avoir des sentiments qui se situent plus du côté des chrétiens des catacombes sous Néron ou des résistants de Covadonga plutôt que du côté des Romains de Ravenne. Béatrice, s'il vous plaît, remontez le moral au Père Scalese.
È ovvio che la mia era una provocazione; ma, come tutte le provocazioni, essa voleva esprimere qualcosa di cui sono profondamente convinto. Non credo che ci sia alcuna possibilità di recupero per questa Europa. Chiaramente, apprezzo tutti gli sforzi che la Chiesa sta facendo per rievangelizzare l'Europa; ma penso che siano destinati al fallimento. Da che cosa mi deriva tale certezza? L'apostasia non è un peccato come un altro, tanto è vero che la Chiesa lo punisce con la scomunica latae sententiae (can. 1364). Perché è così grave? Perché è uno dei peccati contro lo Spirito Santo: "Impugnare la verità conosciuta". E, come sappiamo, i peccati contro lo Spirito Santo non possono essere perdonati. C'è una differenza sostanziale fra colui che non ha mai conosciuto la fede cristiana e chi, dopo averla conosciuta, la rinnega. Il primo può salvarsi; il secondo, no.
Veniamo dunque al nostro rapporto con l'Islam. So benissimo che non posso risolvere una problematica così vasta con quattro battute su un blog. Cercherò solo di accennare alcuni punti.
So benissimo che esitono (e sono sempre esistite) tensioni fra cristianesimo e Islam: pensiamo alle innumerevoli guerrre del passato e del presente. Lasciamo da parte il passato (che pure non possiamo ignorare per comprendere il presente), perché un blog non è il luogo più adatto per l'approfondimento storico. Nel presente, so bene che ci sono paesi musulmani dove non è permesso ai cristiani di esercitare la loro religione (guarda caso, sono i più filo-occidentali...); ma consideriamo i paesi dove cristiani e musulmani sono vissuti assieme in pace per secoli, e dove ancora oggi esistono ottimi rapporti fra le due confessioni.
Non posso negare l'esistenza di fenomeni come il fanatismo e il fondamentalismo; ma tali fenomeni andrebbero approfonditi (cosa che non possiamo fare qui). Tanto per fare degli accenni, perché non considerare la possibilità che tali fenomeni siano indotti? O che siano l'espressione di insicurezza e debolezza o una specie di complesso di inferiorità rispetto al cristianesimo? Non voglio ora risolvere il problema; dico solo che ci sono tanti aspetti da considerare, prima di concludere molto sbrigativamente che non c'è possibilità di incontro, di dialogo, di convivenza con i musulmani; che sono dei barbari incivili e violenti, contro i quali si può solo combattere. Queste sono le idee e le paure che Israele e i neocon americani vorrebbero che tutti avessimo (e dobbiamo riconoscere che sono stati molto bravi a diffondere); ma cerchiamo di sviluppare il nostro senso critico e sforziamoci di vedere con uno sguardo obiettivo la realtà.
Solitamente si dice che non è possibile per un musulmano diventare cristiano. Sarebbe come per un cristiano diventare ebreo. Non è vero. È vero che, in qualche modo, l'Islam deriva dal cristianesimo, ma non da un cristianesimo ortodosso, bensì da un cristianesimo eretico (il nestorianesimo), oltretutto conosciuto in maniera alquanto approssimativa. Anche i barbari erano molto spesso cristiani eretici (ariani) e poi si convertirono alla fede cattolica. Chi può escludere che qualcosa di simile possa avvenire in futuro con i musulmani? Ciò che scrive Carlota è inesatto: "J'ai du mal à croire que les musulmans seront conquis comme les barbares par la pensée de l'Occident rechristianisé". Non credo proprio che l'Occidente prima ridiventerà cristiano e poi "conquisterà" i musulmani; sarà la Chiesa (ne sarà capace?) a "conquistare" i musulmani, e poi nascera una nuova civiltà, che ben poco avrà a che fare con la cosiddetta "civiltà occidentale", così come la conosciamo noi oggi. Noi ancora non ci rendiamo perfettamente conto della distanza che esiste fra cristianesimo e "civiltà occidentale": sono agli antipodi. Di cristianesimo, non è rimasto praticamente nulla. Forse c'è più sintonia fra cristianesimo e Islam. Naturalmente, ci separa ancora un abisso (la fede nella divinità di Cristo); ma, per usare un'espressione evangelica, potremmo dire: "Non sono lontani dal regno dei cieli".
Ne volete un esempio? Sono stato molto combattuto a parlarne nei giorni scorsi, perché so come possa essere fraintesa qualunque cosa si dica in proposito; ma, visto che siamo in ballo, balliamo! C'è stata la Conferenza di Ginevra contro il razzismo. A parte le isterie di Israele, Stati Uniti ed Europa (che non mi interessano), vorrei soffermarmi sui discorsi del Presidente Ahmadinejad e del Rappresentante della Santa Sede Arcivescovo Tomasi. Che cosa sapete del discorso del Presidente iraniano? Quello che ne hanno scritto i giornali: discorso delirante, farneticante, antisemita, ecc. Chi ha riferito ciò che ha veramente detto? Nessuno. Vi pregherei di andarvelo a leggere; diversi siti lo hanno pubblicato in traduzine italiana (p. es. gli amici di Terra Santa Libera). Ora non mi interessano le questioni politiche (anche se non capisco che male ci sia a denunciare un paese razzista in una conferenza contro il razzismo...); mi interessa l'atteggiamento, lo spirito, il modo di esprimersi. A me sembra quello di un vero credente. Leggetevi queste citazioni:
Il razzismo si sprigiona dalla mancanza di conoscenza del fondamento dell’esistenza dell’uomo come creatura prescelta da Dio. Rappresenta anche il prodotto della deviazione dal vero cammino della vita e dalle responsabilità dell’umanità nel mondo della creazione, laddove viene meno l’adorazione di Dio, e non si è più in grado di riflettere sulla filosofia della vita o sul cammino che conduce alla perfezione, gli ingredienti fondamentali dei valori divini e umani, per questa via restringendo l’orizzonte della visione dell’uomo e servendosi di interessi limitati e caduchi come parametro della sua azione.
Questa crescente consapevolezza generale e la comprensione della filosofia dell’esistenza dell’uomo sono lo strumento principale della battaglia contro le manifestazioni del razzismo, e rivelano la verità, secondo cui il genere umano si fonda sulla creazione dell’universo e la chiave per risolvere il problema del razzismo è costituito dal ritorno ai valori spirituali e morali e alla disposizione definitiva ad adorare Dio Onnipotente.
La logica di una gestione collettiva degli affari del mondo si basa su aspirazioni nobili, a loro volta imperniate sugli esseri umani e la supremazia di Dio l’Onnipotente. Perciò rifiuta qualunque politica o progetto che va contro l’influenza delle nazioni. La vittoria del bene sul male e la fondazione di un sistema mondiale giusto sono state promesse dall’Onnipotente e dai suoi messaggeri, ed è stato un obiettivo condiviso degli esseri umani appartenenti alle più diverse società nel corso della storia. La realizzazione di un simile futuro dipende dalla conoscenza della creazione e dalla fede.
Se voi non sapeste che queste affermazioni sono state fatte da Ahmadinejad, pensereste che siano state fatte da Mons. Tomasi. Ora invece andatevi a leggere il discorso del Rappresentante pontificio su ZENIT. Un bel discorso, non c'è dubbio; pienamente condivisibile. Ma un discorso che avrebbe potuto fare chiunque. Solo due volte viene citato Dio: una volta per dire che gli uomini sono "figli di Dio" e la seconda per ricordare che la persona è stata creata a immagine di Dio. Come si vede, in entrambi i casi si sta parlando dell'uomo, non di Dio. Ciò mi sembra molto significativo: ormai anche la Chiesa, almeno in certe circostante (quelle circostanze che pure potrebbero essere occasioni preziose di testimonianza), si è completamente laicizzata. I musulmani invece continuano a testimoniare la loro fede. Dovremmo avere paura dei musulmani? Mi sa tanto che dobbiamo piuttosto avere paura di noi stessi.
Le Père Scalese n'avait vraiment pas le moral ce jour-là! Je n'adhère pas du tout à la phrase "vivre sous l'Islam ne sera pas pire que vivre dans cette Europe". Ni avec la suivante: "... les musulmans, comme les barbares d'il y a bien longtemps pourront devenir chrétiens et entamer une nouvelle civilisation", car à voir ce qui arrive aux Chrétiens d'Orient, j'ai du mal à croire que les musulmans seront conquis comme les barbares par la pensée de l'Occident rechristianisé. Mais je suis d'origine méditerranéenne et hispanophone. Ce qui me fait me dresser tout particulièrement contre toute idée de dhimmitude (même si la menace est bien présente) et avoir des sentiments qui se situent plus du côté des chrétiens des catacombes sous Néron ou des résistants de Covadonga plutôt que du côté des Romains de Ravenne. Béatrice, s'il vous plaît, remontez le moral au Père Scalese.
È ovvio che la mia era una provocazione; ma, come tutte le provocazioni, essa voleva esprimere qualcosa di cui sono profondamente convinto. Non credo che ci sia alcuna possibilità di recupero per questa Europa. Chiaramente, apprezzo tutti gli sforzi che la Chiesa sta facendo per rievangelizzare l'Europa; ma penso che siano destinati al fallimento. Da che cosa mi deriva tale certezza? L'apostasia non è un peccato come un altro, tanto è vero che la Chiesa lo punisce con la scomunica latae sententiae (can. 1364). Perché è così grave? Perché è uno dei peccati contro lo Spirito Santo: "Impugnare la verità conosciuta". E, come sappiamo, i peccati contro lo Spirito Santo non possono essere perdonati. C'è una differenza sostanziale fra colui che non ha mai conosciuto la fede cristiana e chi, dopo averla conosciuta, la rinnega. Il primo può salvarsi; il secondo, no.
Veniamo dunque al nostro rapporto con l'Islam. So benissimo che non posso risolvere una problematica così vasta con quattro battute su un blog. Cercherò solo di accennare alcuni punti.
So benissimo che esitono (e sono sempre esistite) tensioni fra cristianesimo e Islam: pensiamo alle innumerevoli guerrre del passato e del presente. Lasciamo da parte il passato (che pure non possiamo ignorare per comprendere il presente), perché un blog non è il luogo più adatto per l'approfondimento storico. Nel presente, so bene che ci sono paesi musulmani dove non è permesso ai cristiani di esercitare la loro religione (guarda caso, sono i più filo-occidentali...); ma consideriamo i paesi dove cristiani e musulmani sono vissuti assieme in pace per secoli, e dove ancora oggi esistono ottimi rapporti fra le due confessioni.
Non posso negare l'esistenza di fenomeni come il fanatismo e il fondamentalismo; ma tali fenomeni andrebbero approfonditi (cosa che non possiamo fare qui). Tanto per fare degli accenni, perché non considerare la possibilità che tali fenomeni siano indotti? O che siano l'espressione di insicurezza e debolezza o una specie di complesso di inferiorità rispetto al cristianesimo? Non voglio ora risolvere il problema; dico solo che ci sono tanti aspetti da considerare, prima di concludere molto sbrigativamente che non c'è possibilità di incontro, di dialogo, di convivenza con i musulmani; che sono dei barbari incivili e violenti, contro i quali si può solo combattere. Queste sono le idee e le paure che Israele e i neocon americani vorrebbero che tutti avessimo (e dobbiamo riconoscere che sono stati molto bravi a diffondere); ma cerchiamo di sviluppare il nostro senso critico e sforziamoci di vedere con uno sguardo obiettivo la realtà.
Solitamente si dice che non è possibile per un musulmano diventare cristiano. Sarebbe come per un cristiano diventare ebreo. Non è vero. È vero che, in qualche modo, l'Islam deriva dal cristianesimo, ma non da un cristianesimo ortodosso, bensì da un cristianesimo eretico (il nestorianesimo), oltretutto conosciuto in maniera alquanto approssimativa. Anche i barbari erano molto spesso cristiani eretici (ariani) e poi si convertirono alla fede cattolica. Chi può escludere che qualcosa di simile possa avvenire in futuro con i musulmani? Ciò che scrive Carlota è inesatto: "J'ai du mal à croire que les musulmans seront conquis comme les barbares par la pensée de l'Occident rechristianisé". Non credo proprio che l'Occidente prima ridiventerà cristiano e poi "conquisterà" i musulmani; sarà la Chiesa (ne sarà capace?) a "conquistare" i musulmani, e poi nascera una nuova civiltà, che ben poco avrà a che fare con la cosiddetta "civiltà occidentale", così come la conosciamo noi oggi. Noi ancora non ci rendiamo perfettamente conto della distanza che esiste fra cristianesimo e "civiltà occidentale": sono agli antipodi. Di cristianesimo, non è rimasto praticamente nulla. Forse c'è più sintonia fra cristianesimo e Islam. Naturalmente, ci separa ancora un abisso (la fede nella divinità di Cristo); ma, per usare un'espressione evangelica, potremmo dire: "Non sono lontani dal regno dei cieli".
Ne volete un esempio? Sono stato molto combattuto a parlarne nei giorni scorsi, perché so come possa essere fraintesa qualunque cosa si dica in proposito; ma, visto che siamo in ballo, balliamo! C'è stata la Conferenza di Ginevra contro il razzismo. A parte le isterie di Israele, Stati Uniti ed Europa (che non mi interessano), vorrei soffermarmi sui discorsi del Presidente Ahmadinejad e del Rappresentante della Santa Sede Arcivescovo Tomasi. Che cosa sapete del discorso del Presidente iraniano? Quello che ne hanno scritto i giornali: discorso delirante, farneticante, antisemita, ecc. Chi ha riferito ciò che ha veramente detto? Nessuno. Vi pregherei di andarvelo a leggere; diversi siti lo hanno pubblicato in traduzine italiana (p. es. gli amici di Terra Santa Libera). Ora non mi interessano le questioni politiche (anche se non capisco che male ci sia a denunciare un paese razzista in una conferenza contro il razzismo...); mi interessa l'atteggiamento, lo spirito, il modo di esprimersi. A me sembra quello di un vero credente. Leggetevi queste citazioni:
Il razzismo si sprigiona dalla mancanza di conoscenza del fondamento dell’esistenza dell’uomo come creatura prescelta da Dio. Rappresenta anche il prodotto della deviazione dal vero cammino della vita e dalle responsabilità dell’umanità nel mondo della creazione, laddove viene meno l’adorazione di Dio, e non si è più in grado di riflettere sulla filosofia della vita o sul cammino che conduce alla perfezione, gli ingredienti fondamentali dei valori divini e umani, per questa via restringendo l’orizzonte della visione dell’uomo e servendosi di interessi limitati e caduchi come parametro della sua azione.
Questa crescente consapevolezza generale e la comprensione della filosofia dell’esistenza dell’uomo sono lo strumento principale della battaglia contro le manifestazioni del razzismo, e rivelano la verità, secondo cui il genere umano si fonda sulla creazione dell’universo e la chiave per risolvere il problema del razzismo è costituito dal ritorno ai valori spirituali e morali e alla disposizione definitiva ad adorare Dio Onnipotente.
La logica di una gestione collettiva degli affari del mondo si basa su aspirazioni nobili, a loro volta imperniate sugli esseri umani e la supremazia di Dio l’Onnipotente. Perciò rifiuta qualunque politica o progetto che va contro l’influenza delle nazioni. La vittoria del bene sul male e la fondazione di un sistema mondiale giusto sono state promesse dall’Onnipotente e dai suoi messaggeri, ed è stato un obiettivo condiviso degli esseri umani appartenenti alle più diverse società nel corso della storia. La realizzazione di un simile futuro dipende dalla conoscenza della creazione e dalla fede.
Se voi non sapeste che queste affermazioni sono state fatte da Ahmadinejad, pensereste che siano state fatte da Mons. Tomasi. Ora invece andatevi a leggere il discorso del Rappresentante pontificio su ZENIT. Un bel discorso, non c'è dubbio; pienamente condivisibile. Ma un discorso che avrebbe potuto fare chiunque. Solo due volte viene citato Dio: una volta per dire che gli uomini sono "figli di Dio" e la seconda per ricordare che la persona è stata creata a immagine di Dio. Come si vede, in entrambi i casi si sta parlando dell'uomo, non di Dio. Ciò mi sembra molto significativo: ormai anche la Chiesa, almeno in certe circostante (quelle circostanze che pure potrebbero essere occasioni preziose di testimonianza), si è completamente laicizzata. I musulmani invece continuano a testimoniare la loro fede. Dovremmo avere paura dei musulmani? Mi sa tanto che dobbiamo piuttosto avere paura di noi stessi.