lunedì 13 aprile 2009

Oremus et pro Iudaeis

Forse perché stimolato da un recente accuratissimo post di Messainlatino.it (solo un dubbio: si continua a ripetere che fu Giovanni XXIII a togliere il "perfidi"; siamo proprio sicuri? Io ho trovato la versione aggiornata dell'antica preghiera già in un messale degli anni Cinquanta, regnante Pio XII), venerdì scorso sono stato particolarmente attento alla preghiera per gli ebrei, per vedere che effetto mi faceva sentirla nel suo contesto naturale (la liturgia) e non semplicemente leggendola a titolo di studio o di informazione. Ebbene, il risultato è stato: preghiera assolutamente carente, da cambiare quanto prima.

Finora, nonostante mi rendessi conto dell'ambiguità della preghiera, non solo mi ero sforzato di darne una interpretazione corretta (avevo sempre inteso "giungere alla pienezza della redenzione" come sinonimo di "accogliere Cristo"), ma pensavo che tale interpretazione fosse possibile per chiunque. Probabilmente, nella formulazione del 1965, l'invito alla preghiera favoriva una interpretazione ortodossa: "Preghiamo per gli Ebrei: il Signore Dio nostro si degni far risplendere su di loro il suo volto, perché riconoscano anch'essi il Redentore di tutti, Gesù Cristo nostro Signore". Ma ora, con la nuova introduzione, ciò non è più possibile. Nell'attuale invito alla preghiera si dice infatti: "Preghiamo per gli Ebrei: il Signore Dio Nostro che un tempo parlò ai loro padri, li aiuti a progredire sempre nell’amore del suo nome e nella fedeltà alla sua alleanza". Tali espressioni tolgono qualsiasi incertezza: gli ebrei devono rimanere fedeli all'alleanza (evidentemente l'antica) e, nella fedeltà a quella alleanza, giungeranno alla pienezza della redenzione. Più chiari di così... Non c'è nessun bisogno di Cristo.

Che fare? La soluzione è già pronta. L'anno scorso Benedetto XVI ha disposto per l'usus antiquior un nuovo testo. Avrebbe potuto semplicemente imporre di adottare quello usato nel nuovo messale; ha invece preferito comporne uno nuovo. Evidentemente si rende conto dell'ambiguità dell'attuale preghiera. Il nuovo testo, al contrario, brilla per il suo equilibrio e la sua precisione:

"Preghiamo anche per gli Ebrei, affinché Dio nostro Signore illumini i loro cuori e riconoscano Gesù Cristo salvatore di tutti gli uomini.
O Dio onnipotente ed eterno, che vuoi che tutti gli uomini siano salvati e pervengano alla conoscenza della verità, concedi benigno che, entrando la pienezza delle genti nella Tua Chiesa, tutto Israele sia salvo. Per Cristo nostro Signore. Amen."

Propongo: perché non adottare tale testo per tutto il Rito Romano? Sarebbe il primo passo di quella "riforma della riforma" di cui tanto si parla (ma finora s'è visto ben poco). Si possono prevedere le reazioni; per cui ho qualche dubbio che ciò possa avvenire. Ma ho un'idea: visto che si tratta di un testo non solo approvato, ma addirittura composto personalmente dal Papa, chi ci impedisce di adottarlo, senza attendere che venga emanato un decreto della Congregazione per il Culto divino?