Non mi è mai piaciuto fare il profeta di sventura. Ma, in certi casi, non è poi così difficile prevedere come si evolveranno le cose. Non so se avete seguito ciò che sta accadendo in questi giorni. Cercherò di richiamarlo brevemente alla vostra attenzione.
1. Mercoledì scorso, durante l'udienza generale, due giovani palestinesi donano a Benedetto XVI una kefiah. Nello stesso giorno il Ministro israeliano del turismo (responsabile dei preparativi per la visita del Papa in Terra Santa) ingiunge al Pontefice di non ricevere il Sindaco di Sakhnin, una cittadina araba della Galilea, perché "sostenitore del terrorismo" (abbiamo già citato il link a La Stampa in un nostro precedente post).
2. Venerdì viene reso noto che la parrocchia di Gaza è stata affidata a un sacerdote argentino, il Padre Jorge Hernández dell'Istituto del Verbo Incarnato (leggete la notizia su ZENIT).
3. Domenica, il quotidiano Haaretz annuncia che secondo i servizi di sicurezza israeliani non sarà prudente usare la papamobile a Nazareth, perché nel giorno della Naqba gli estremisti islamici potrebbero fare manifestazioni o addirittura fare un attentato al Pontefice.
4. Ieri è stata pubblicata una intervista dell'Ambasciatore israeliano presso la Santa Sede (la potete trovare sul blog di Raffaella), un intervista tutta da leggere, secondo il più classico stile mafioso. C'è di tutto: si parla della sicurezza del viaggio papale; delle "provocazioni" arabo-cristiane (il desiderio di una visita a Gaza, la kefiah donata a Benedetto XVI e il sindaco di Sakhnin che voleva essere ricevuto dal Papa); della preghiera del venerdì santo; della Conferenza di Ginevra sul razzismo; di Pio XII; della "guerra" di Gaza e del Card. Martino; dei colloqui fra Israele e Santa Sede per l'attuazione dell'accordo fondamentale del 1993. Dall'intervista abbiamo conferma che i cristiani di Gaza non potranno partecipare alle celebrazioni di Gerusalemme (sede del Patriarcato), ma solo a Betlemme (sotto la giurisdizione dell'Autorità Palestinese). Ci vengono anche annunciate restrizioni di movimento per i pellegrini durante la visita papale.
Dopo aver letto (o riletto) queste notizie, provate a ragionarci su. A quale conclusione giungete? Si tratta di notizie senza alcun rapporto tra loro? Si tratta di coincidenze casuali? Non vi accorgete che stiamo assistendo alla realizzazione di un copione prestabilito? Tutto è stato ben studiato a tavolino; e ora lo si sta mettendo in opera molto diligentemente.
Direte: solo un complottista può arrivare a una simile conclusione. Quale potrebbe essere lo scopo? Lo scopo è ben chiaro: il Papa deve fare solo ciò che vogliono loro. L'unica cosa che importa è che il Papa incontri le autorità israeliane per dare un ulteriore riconoscimento dello Stato ebraico, visiti lo Yad Vashem per rendere omaggio alle vittime dell'Olocausto, e vada al Muro del Pianto a chiedere scusa per le colpe della Chiesa contro gli Ebrei. Al massimo gli si potrà concedere qualche Messa a porte chiuse per il suo seguito e un po' di clero; ma va assolutamente evitato qualsiasi contatto diretto con la popolazione (cristiana o musulmana che sia).
La sostituzione del Parroco a Gaza mi fa venire un altro cattivo pensiero. A parte il fatto che bisognava allontanare un elemento "pericoloso" come Padre Musallam, il fatto di nominare un sacerdote argentino non mi sembra affatto casuale. Non ho assolutamente nulla contro l'Istituto del Verbo Incarnato (che anzi stimo molto, e sono sicuro che faranno bene); ma ho l'impressione che si sia seguita in questo caso la stessa politica usata a Mosca con la nomina di un Vescovo italiano: si vuole dimostrare che la Chiesa cattolica è una realtà straniera. Possibile che non ci fosse un parroco palestinese per Gaza?
Teorema da dimostrare dunque: il Papa non va in Palestina a incontrare il suo (piccolo) gregge; il Papa va in Israele a ratificare la politica di quello Stato e a compiere gli atti di culto della religione dell'Olocausto. Al massimo, tanto per salvare la faccia, gli si potrà concedere di fare un privato pellegrinaggio ai Luoghi Santi. E, se si permette di dissentire, c'è sempre qualche fanatico terrorista islamico pronto a intervenire...
1. Mercoledì scorso, durante l'udienza generale, due giovani palestinesi donano a Benedetto XVI una kefiah. Nello stesso giorno il Ministro israeliano del turismo (responsabile dei preparativi per la visita del Papa in Terra Santa) ingiunge al Pontefice di non ricevere il Sindaco di Sakhnin, una cittadina araba della Galilea, perché "sostenitore del terrorismo" (abbiamo già citato il link a La Stampa in un nostro precedente post).
2. Venerdì viene reso noto che la parrocchia di Gaza è stata affidata a un sacerdote argentino, il Padre Jorge Hernández dell'Istituto del Verbo Incarnato (leggete la notizia su ZENIT).
3. Domenica, il quotidiano Haaretz annuncia che secondo i servizi di sicurezza israeliani non sarà prudente usare la papamobile a Nazareth, perché nel giorno della Naqba gli estremisti islamici potrebbero fare manifestazioni o addirittura fare un attentato al Pontefice.
4. Ieri è stata pubblicata una intervista dell'Ambasciatore israeliano presso la Santa Sede (la potete trovare sul blog di Raffaella), un intervista tutta da leggere, secondo il più classico stile mafioso. C'è di tutto: si parla della sicurezza del viaggio papale; delle "provocazioni" arabo-cristiane (il desiderio di una visita a Gaza, la kefiah donata a Benedetto XVI e il sindaco di Sakhnin che voleva essere ricevuto dal Papa); della preghiera del venerdì santo; della Conferenza di Ginevra sul razzismo; di Pio XII; della "guerra" di Gaza e del Card. Martino; dei colloqui fra Israele e Santa Sede per l'attuazione dell'accordo fondamentale del 1993. Dall'intervista abbiamo conferma che i cristiani di Gaza non potranno partecipare alle celebrazioni di Gerusalemme (sede del Patriarcato), ma solo a Betlemme (sotto la giurisdizione dell'Autorità Palestinese). Ci vengono anche annunciate restrizioni di movimento per i pellegrini durante la visita papale.
Dopo aver letto (o riletto) queste notizie, provate a ragionarci su. A quale conclusione giungete? Si tratta di notizie senza alcun rapporto tra loro? Si tratta di coincidenze casuali? Non vi accorgete che stiamo assistendo alla realizzazione di un copione prestabilito? Tutto è stato ben studiato a tavolino; e ora lo si sta mettendo in opera molto diligentemente.
Direte: solo un complottista può arrivare a una simile conclusione. Quale potrebbe essere lo scopo? Lo scopo è ben chiaro: il Papa deve fare solo ciò che vogliono loro. L'unica cosa che importa è che il Papa incontri le autorità israeliane per dare un ulteriore riconoscimento dello Stato ebraico, visiti lo Yad Vashem per rendere omaggio alle vittime dell'Olocausto, e vada al Muro del Pianto a chiedere scusa per le colpe della Chiesa contro gli Ebrei. Al massimo gli si potrà concedere qualche Messa a porte chiuse per il suo seguito e un po' di clero; ma va assolutamente evitato qualsiasi contatto diretto con la popolazione (cristiana o musulmana che sia).
La sostituzione del Parroco a Gaza mi fa venire un altro cattivo pensiero. A parte il fatto che bisognava allontanare un elemento "pericoloso" come Padre Musallam, il fatto di nominare un sacerdote argentino non mi sembra affatto casuale. Non ho assolutamente nulla contro l'Istituto del Verbo Incarnato (che anzi stimo molto, e sono sicuro che faranno bene); ma ho l'impressione che si sia seguita in questo caso la stessa politica usata a Mosca con la nomina di un Vescovo italiano: si vuole dimostrare che la Chiesa cattolica è una realtà straniera. Possibile che non ci fosse un parroco palestinese per Gaza?
Teorema da dimostrare dunque: il Papa non va in Palestina a incontrare il suo (piccolo) gregge; il Papa va in Israele a ratificare la politica di quello Stato e a compiere gli atti di culto della religione dell'Olocausto. Al massimo, tanto per salvare la faccia, gli si potrà concedere di fare un privato pellegrinaggio ai Luoghi Santi. E, se si permette di dissentire, c'è sempre qualche fanatico terrorista islamico pronto a intervenire...