Qualcuno, scorrendo questo blog, è rimasto un po' perplesso, notando come io sia portato a mettere sullo stesso piano sistemi di pensiero tanto distanti fra loro come Nazismo, Comunismo e Sionismo. Certo, se si ragiona in base agli sbrigativi schemini politici propinatici da giornali e TV, ben difficilmente si riuscirà a trovare qualcosa di comune fra i tre suddetti "-ismi". È cosí semplice: il Nazismo era di destra, mentre il Comunismo è di sinistra; perciò essi si situano su due versanti diametralmente opposti. Qualche problemino semmai lo porrà il Sionismo: dove collocarlo, a destra o a sinistra? Beh, in fondo il Sionismo è quel movimento che ha portato alla creazione dello Stato di Israele (l'«unica democrazia del Medio Oriente»), per cui potremmo metterlo al centro. D'altronde in Israele (l'«unica democrazia del Medio Oriente») — lo abbiamo visto alle recenti elezioni — ci sono partiti di destra (il Likud di Netanyahu), di centro (il Kadima di Sharon, Olmert e la Livni) e la sinistra (i Laburisti di Peres e Barak). Per cui qualsiasi paragone del Sionismo col Nazismo e col Comunismo sembra assolutamente fuori luogo.
Ma non ci sia accorge che questi sono gli schemini politici che fanno tanto comodo a chi vuole perpetuare un sistema di potere, dandoti l'illusione che tu stia vivendo nel migliore dei mondi possibili. Quante volte — diciamocelo chiaramente — abbiamo pensato: "Che fortuna essere nati e vivere nel libero Occidente! Pensa se fossi nato in Germania sotto il Nazismo o in Unione Sovietica al tempo di Stalin o nella Cambogia di Pol Pot!" E ci sentiamo tutti tranquilli, perché abbiamo raggiunto un punto di non-ritorno: viviamo in un sistema pienamente democratico, dove ciascuno può esprimersi liberamente, dove c'è il rispetto reciproco, dove non è piú possibile che si ripetano gli orrori del passato. Il ricordo delle vittime dell'Olocausto impedisce che ci possa essere anche solo la tentazione di far rivivere il Nazismo (e se la Giornata della Memoria non fosse sufficiente, c'è sempre pronta qualche saggia legge contro la negazione della Shoah); la celebrazione dei martiri delle foibe (finalmente dopo tanti anni ci siamo ricordati anche di questi poveri morti di serie B) ci ammonisce sugli orrori a cui anche il Comunismo può portare (adesso poi — che vogliamo di piú? — non è rimasto in Parlamento nessun deputato che porti il nome di comunista). E siamo tutti contenti.
Salvo poi accorgerci che anche nel nostro mondo (il «migliore dei mondi possibili») c'è qualcosa che non va: ci sono milioni di esseri umani che vengono eliminati prima di nascere; ci sono esseri umani che vengono condannati a morte per fame e sete; ci sono migliaia di esseri umani che muoiono sotto le bombe "intelligenti" ufficialmente destinate a colpire solo alcuni "terroristi"; ci sono centinaia di migliaia di essere umani che muoiono per l'esportazione della democrazia. È vero che i media o fanno di tutto per nasconderci tali realtà o ce le presentano come una ineluttabile necessità: dobbiamo pur difenderci dal terrorismo; dobbiamo pur difendere la nostra libertà (che ci è costata tanto sacrificio); dobbiamo pur difendere i valori della civiltà giudaico-cristiana contro la barbarie! Ma, se solo mettiamo il naso fuori del sistema mass-mediatico ufficiale (basta una giratina su internet, una sorta di moderno "samizdat"), qualcosa di quelle tragedie giunge alla nostra attenzione senza il filtro del politicamente corretto. Allora, che cosa c'è che non va?
Anche dopo la fine di Nazismo e Comunismo, il mondo non è ancora realmente libero; c'è ancora qualcosa che lo rende schiavo, qualcosa di molto simile a Nazismo e Comunismo. Ci sono altre ideologie che hanno preso il loro posto. Quali? Il Sionismo? Certo, il Sionismo non è l'unica ideologia sopravvissuta. La mia enumerazione non è sicuramente completa; forse bisognerebbe aggiungere Liberalismo e Capitalismo terminali. Ma non c'è dubbio che il Sionismo è, fra le ideologie esistenti, una delle piú perniciose.
Potete cosí vedere che cosa accomuna Nazismo, Comunismo e Sionismo (in buona compagnia con Liberalismo e Capitalismo terminali): sono ideologie. Che cos'è un'ideologia? Un sistema di pensiero, di "idee" che vengono assolutizzate. Ciò che conta non è piú la realtà, la realtà con tutte le sue miserie e le sue contraddizioni. No, ciò che conta sono le idee. Intendiamoci, le idee hanno la loro importanza, come rappresentazione della realtà; ma nel caso dell'ideologia l'ordine viene rovesciato: non sono le idee che devono adeguarsi alla realtà; è la realtà che deve adeguarsi alle idee. E, se non lo fa... ci pensa Robespierre, il quale, avendo una concezione molto alta della società, se qualcuno non si adeguava, gli tagliava la testa. Bisognava pur fare un po' di pulizia e creare una società perfetta! La stessa cosa hanno fatto il Nazismo e il Comunismo: chi non si adeguava, veniva eliminato. La stessa cosa, ahimè, sta facendo il Sionismo: bisogna ristabilire lo Stato d'Israele (non vi sembra giusto che un popolo che vive da duemila anni nella diaspora abbia una sua patria?); se poi questo comporta l'eliminazione fisica di un altro popolo, quello palestinese, è un dettaglio che non conta: si tratta di un semplice effetto collaterale, che bisogna pur tollerare.
È ovvio che qualsiasi sistema di pensiero può trasformarsi in ideologia. Anche la religione. Quando essa cessa di essere l'umile ricerca della Realtà ("Dio"), quando cessa di essere accoglienza di una rivelazione, per trasformarsi in un sistema dottrinale, a quel punto diventa ideologia. Quando, dimenticando che solo Dio è assoluto, assolutizziamo gli enunciati della fede (non solo i dogmi, ma anche... il Concilio Vaticano II), noi trasformiamo il Cristianesimo in ideologia.
Una caratteristica delle ideologie è che esse, come le antiche religioni pagane (loro pure, in un certo qual modo, "ideologie", cioè creazioni della mente umana), esigono le loro vittime sacrificali. I milioni di morti delle ideologie sono le vittime offerte a queste moderne divinità, che sono le nostre idee.
Nel corso dei tempi la Chiesa cattolica è stata sempre vigile nel difendere il popolo di Dio dalle ideologie. I Papi hanno continuato a mettere in guardia i cristiani dai pericoli di questi nuovi idoli, specialmente attraverso lo strumento dell'enciclica: sono state scritte encicliche contro il Liberalismo e contro il Socialismo. Ieri ricordavo un grande Pontefice che non ebbe paura dei totalitarismi del suo tempo e scrisse due encicliche rispettivamente contro il Nazismo e contro il Comunismo; ne aveva pronta un'altra contro il razzismo, ma non fece in tempo a pubblicarla. Anche oggi la Chiesa continua a metterci in guardia dai pericoli dei nuovi idoli, ma non mi sembra che abbia sempre il coraggio di chiamare il nemico per nome. È per questo motivo che in un mio precedente post invocavo la pubblicazione di una enciclica contro il Sionismo, perché mi pare che sia uno dei principali problemi del mondo d'oggi. Certo non l'unico, ma sicuramente uno dei piú urgenti.
Spero che questa mia riflessione, che non ha nessuna pretesa di completezza (siamo in un blog), possa aiutare qualcuno a rendersi conto dei pericoli delle ideologie, qualunque esse siano. Quando ero giovane era di moda essere di sinistra, e sembrava che un cristiano non fosse veramente tale se non conciliava la sua fede col marxismo. Oggi è di moda essere di destra, e sembra che un cattolico non possa che essere di destra, votare per Berlusconi e sostenere la crociata dell'Occidente contro il terrorismo. Israele è l'avamposto dell'Occidente in Medio Oriente (una specie di "Regno Latino di Gerusalemme" dei nostri giorni). La causa è comune: la difesa dei "valori giudaico-cristiani". Ma, se invece di difendere i "valori giudaico-cristiani" (anch'essi, dopo tutto, idee) tornassimo al Vangelo sine glossa, fossimo cristiani senza etichette, né di destra né di sinistra né di centro, alla ricerca della sola verità, non sarebbe meglio?
Ma non ci sia accorge che questi sono gli schemini politici che fanno tanto comodo a chi vuole perpetuare un sistema di potere, dandoti l'illusione che tu stia vivendo nel migliore dei mondi possibili. Quante volte — diciamocelo chiaramente — abbiamo pensato: "Che fortuna essere nati e vivere nel libero Occidente! Pensa se fossi nato in Germania sotto il Nazismo o in Unione Sovietica al tempo di Stalin o nella Cambogia di Pol Pot!" E ci sentiamo tutti tranquilli, perché abbiamo raggiunto un punto di non-ritorno: viviamo in un sistema pienamente democratico, dove ciascuno può esprimersi liberamente, dove c'è il rispetto reciproco, dove non è piú possibile che si ripetano gli orrori del passato. Il ricordo delle vittime dell'Olocausto impedisce che ci possa essere anche solo la tentazione di far rivivere il Nazismo (e se la Giornata della Memoria non fosse sufficiente, c'è sempre pronta qualche saggia legge contro la negazione della Shoah); la celebrazione dei martiri delle foibe (finalmente dopo tanti anni ci siamo ricordati anche di questi poveri morti di serie B) ci ammonisce sugli orrori a cui anche il Comunismo può portare (adesso poi — che vogliamo di piú? — non è rimasto in Parlamento nessun deputato che porti il nome di comunista). E siamo tutti contenti.
Salvo poi accorgerci che anche nel nostro mondo (il «migliore dei mondi possibili») c'è qualcosa che non va: ci sono milioni di esseri umani che vengono eliminati prima di nascere; ci sono esseri umani che vengono condannati a morte per fame e sete; ci sono migliaia di esseri umani che muoiono sotto le bombe "intelligenti" ufficialmente destinate a colpire solo alcuni "terroristi"; ci sono centinaia di migliaia di essere umani che muoiono per l'esportazione della democrazia. È vero che i media o fanno di tutto per nasconderci tali realtà o ce le presentano come una ineluttabile necessità: dobbiamo pur difenderci dal terrorismo; dobbiamo pur difendere la nostra libertà (che ci è costata tanto sacrificio); dobbiamo pur difendere i valori della civiltà giudaico-cristiana contro la barbarie! Ma, se solo mettiamo il naso fuori del sistema mass-mediatico ufficiale (basta una giratina su internet, una sorta di moderno "samizdat"), qualcosa di quelle tragedie giunge alla nostra attenzione senza il filtro del politicamente corretto. Allora, che cosa c'è che non va?
Anche dopo la fine di Nazismo e Comunismo, il mondo non è ancora realmente libero; c'è ancora qualcosa che lo rende schiavo, qualcosa di molto simile a Nazismo e Comunismo. Ci sono altre ideologie che hanno preso il loro posto. Quali? Il Sionismo? Certo, il Sionismo non è l'unica ideologia sopravvissuta. La mia enumerazione non è sicuramente completa; forse bisognerebbe aggiungere Liberalismo e Capitalismo terminali. Ma non c'è dubbio che il Sionismo è, fra le ideologie esistenti, una delle piú perniciose.
Potete cosí vedere che cosa accomuna Nazismo, Comunismo e Sionismo (in buona compagnia con Liberalismo e Capitalismo terminali): sono ideologie. Che cos'è un'ideologia? Un sistema di pensiero, di "idee" che vengono assolutizzate. Ciò che conta non è piú la realtà, la realtà con tutte le sue miserie e le sue contraddizioni. No, ciò che conta sono le idee. Intendiamoci, le idee hanno la loro importanza, come rappresentazione della realtà; ma nel caso dell'ideologia l'ordine viene rovesciato: non sono le idee che devono adeguarsi alla realtà; è la realtà che deve adeguarsi alle idee. E, se non lo fa... ci pensa Robespierre, il quale, avendo una concezione molto alta della società, se qualcuno non si adeguava, gli tagliava la testa. Bisognava pur fare un po' di pulizia e creare una società perfetta! La stessa cosa hanno fatto il Nazismo e il Comunismo: chi non si adeguava, veniva eliminato. La stessa cosa, ahimè, sta facendo il Sionismo: bisogna ristabilire lo Stato d'Israele (non vi sembra giusto che un popolo che vive da duemila anni nella diaspora abbia una sua patria?); se poi questo comporta l'eliminazione fisica di un altro popolo, quello palestinese, è un dettaglio che non conta: si tratta di un semplice effetto collaterale, che bisogna pur tollerare.
È ovvio che qualsiasi sistema di pensiero può trasformarsi in ideologia. Anche la religione. Quando essa cessa di essere l'umile ricerca della Realtà ("Dio"), quando cessa di essere accoglienza di una rivelazione, per trasformarsi in un sistema dottrinale, a quel punto diventa ideologia. Quando, dimenticando che solo Dio è assoluto, assolutizziamo gli enunciati della fede (non solo i dogmi, ma anche... il Concilio Vaticano II), noi trasformiamo il Cristianesimo in ideologia.
Una caratteristica delle ideologie è che esse, come le antiche religioni pagane (loro pure, in un certo qual modo, "ideologie", cioè creazioni della mente umana), esigono le loro vittime sacrificali. I milioni di morti delle ideologie sono le vittime offerte a queste moderne divinità, che sono le nostre idee.
Nel corso dei tempi la Chiesa cattolica è stata sempre vigile nel difendere il popolo di Dio dalle ideologie. I Papi hanno continuato a mettere in guardia i cristiani dai pericoli di questi nuovi idoli, specialmente attraverso lo strumento dell'enciclica: sono state scritte encicliche contro il Liberalismo e contro il Socialismo. Ieri ricordavo un grande Pontefice che non ebbe paura dei totalitarismi del suo tempo e scrisse due encicliche rispettivamente contro il Nazismo e contro il Comunismo; ne aveva pronta un'altra contro il razzismo, ma non fece in tempo a pubblicarla. Anche oggi la Chiesa continua a metterci in guardia dai pericoli dei nuovi idoli, ma non mi sembra che abbia sempre il coraggio di chiamare il nemico per nome. È per questo motivo che in un mio precedente post invocavo la pubblicazione di una enciclica contro il Sionismo, perché mi pare che sia uno dei principali problemi del mondo d'oggi. Certo non l'unico, ma sicuramente uno dei piú urgenti.
Spero che questa mia riflessione, che non ha nessuna pretesa di completezza (siamo in un blog), possa aiutare qualcuno a rendersi conto dei pericoli delle ideologie, qualunque esse siano. Quando ero giovane era di moda essere di sinistra, e sembrava che un cristiano non fosse veramente tale se non conciliava la sua fede col marxismo. Oggi è di moda essere di destra, e sembra che un cattolico non possa che essere di destra, votare per Berlusconi e sostenere la crociata dell'Occidente contro il terrorismo. Israele è l'avamposto dell'Occidente in Medio Oriente (una specie di "Regno Latino di Gerusalemme" dei nostri giorni). La causa è comune: la difesa dei "valori giudaico-cristiani". Ma, se invece di difendere i "valori giudaico-cristiani" (anch'essi, dopo tutto, idee) tornassimo al Vangelo sine glossa, fossimo cristiani senza etichette, né di destra né di sinistra né di centro, alla ricerca della sola verità, non sarebbe meglio?