domenica 29 marzo 2009

V domenica di Quaresima ("Judica me, Deus")

"Vogliamo vedere Gesú".

Questa la richiesta di alcuni Greci a Filippo. Anche gli stranieri vogliono vedere Gesú, vogliono incontrarlo, vogliono credere in lui. All'inizio della sua esistenza terrena, alcuni Magi erano giunti dall'Oriente in cerca di lui: "Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo". Fin da allora i pagani si erano mostrati disponibili ad accogliere il re dei Giudei piú di quanto non lo fossero i Giudei stessi (i quali anzi, attraverso il loro re, lo avevano costretto a fuggire, facendo strage di innocenti). Ora, in cerca di Gesú, vengono da Occidente, dalla Grecia, anche loro gentili (mentre i Giudei cercano di ucciderlo). Gesú vede in questa richiesta un segno:

"È giunta l'ora che sia glorificato il Figlio dell'uomo".

Il fatto che degli stranieri vogliano incontrarlo è per Gesú il segno che è giunta la sua ora, l'ora della sua glorificazione. Non è ancora possibile l'incontro: prima, Gesú deve essere glorificato. Una glorificazione un po' sui generis secondo i comuni parametri umani:

"Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto".

È necessario che Gesú muoia: se non muore, rimarrà solo; morendo, come il seme, produrrà molto frutto. Non solo fra i Giudei, ma fra tutti gli uomini. Morendo, Gesú sarà glorificato:

"Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me".

La morte di Gesú, sulla croce, è un innalzamento, è un'esaltazione, è una glorificazione. Ed è proprio in quel momento che Gesú attirerà tutti a sé. TUTTI: Giudei e Greci. Solo allora sarà possibile per i gentili incontrare Gesú. Incontreranno un Gesú crocifisso.

"Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto" (Gv 19:37).

Finalmente lo vedranno, crederanno in lui e troveranno salvezza.