«Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!».
Che sia difficile, ne è prova l’episodio del giovane ricco:
«Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni».
Difficile, certo; ma non impossibile:
«Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».
Anche di questo ne è prova il giovane ricco: se è vero che alle parole di Gesú, che lo invitavano a lasciare tutto e a seguirlo, «si fece scuro in volto e se ne andò rattristato», il vangelo non ci dice che cosa avvenne successivamente.
Con grande probabilità quel giovane era lo stesso che, il giorno dell’arresto di Gesú, lo “seguiva” a distanza, coperto solo da un lenzuolo e che fuggí nudo, quando lo afferrarono (Mc 14:51-52). Dunque quel tale continuava a “seguire” Gesú. Secondo la tradizione, quel giovane era lo stesso evangelista Marco. Chi altri avrebbe potuto conoscere certi dettagli?
«Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: “Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!”».
Se è vero che quel giovane era Marco, ciò dimostra che quanto poteva sembrare impossibile agli uomini, è stato possibile a Dio.
Quello sguardo, quell’amore, quelle parole di Gesú rimasero, come un seme, nel cuore di quel giovane. Un seme che avrebbe dato frutto a suo tempo. Lí per lí ci fu una reazione di rifiuto; ma quel seme continuò a operare nascostamente fino a produrre il suo frutto.
I tempi di Dio non sono i nostri tempi. Il piú delle volte siamo impazienti: vorremmo vedere l’effetto immediato dell’azione divina. Ma lo stile di Dio è quello del seminatore: getta il seme, e poi aspetta. Aspetta che il seme faccia il suo lavoro, un lavoro nascosto, sotto terra, che nessuno può vedere. A un certo punto, improvvisamente, dalla terra spunta un germoglio... Ciò che sembrava impossibile è ora una sorprendente realtà.
Che sia difficile, ne è prova l’episodio del giovane ricco:
«Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni».
Difficile, certo; ma non impossibile:
«Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».
Anche di questo ne è prova il giovane ricco: se è vero che alle parole di Gesú, che lo invitavano a lasciare tutto e a seguirlo, «si fece scuro in volto e se ne andò rattristato», il vangelo non ci dice che cosa avvenne successivamente.
Con grande probabilità quel giovane era lo stesso che, il giorno dell’arresto di Gesú, lo “seguiva” a distanza, coperto solo da un lenzuolo e che fuggí nudo, quando lo afferrarono (Mc 14:51-52). Dunque quel tale continuava a “seguire” Gesú. Secondo la tradizione, quel giovane era lo stesso evangelista Marco. Chi altri avrebbe potuto conoscere certi dettagli?
«Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: “Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!”».
Se è vero che quel giovane era Marco, ciò dimostra che quanto poteva sembrare impossibile agli uomini, è stato possibile a Dio.
Quello sguardo, quell’amore, quelle parole di Gesú rimasero, come un seme, nel cuore di quel giovane. Un seme che avrebbe dato frutto a suo tempo. Lí per lí ci fu una reazione di rifiuto; ma quel seme continuò a operare nascostamente fino a produrre il suo frutto.
I tempi di Dio non sono i nostri tempi. Il piú delle volte siamo impazienti: vorremmo vedere l’effetto immediato dell’azione divina. Ma lo stile di Dio è quello del seminatore: getta il seme, e poi aspetta. Aspetta che il seme faccia il suo lavoro, un lavoro nascosto, sotto terra, che nessuno può vedere. A un certo punto, improvvisamente, dalla terra spunta un germoglio... Ciò che sembrava impossibile è ora una sorprendente realtà.