«Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?» (Gv 6:60), era stata la reazione dei discepoli al discorso di Gesú sul pane di vita, nella sinagoga di Cafarnao. Potrebbe essere la nostra reazione alle parole di Gesú nel vangelo di oggi.
Solitamente, quando si paragonano il Vecchio e il Nuovo Testamento, il primo appare assai piú duro del secondo: l’antica alleanza si presenta a noi come il regno del rigore, in contrasto con la nuova, che si manifesta come il trionfo della misericordia. Ma nel vangelo odierno Mosè appare molto piú umano e comprensivo di Gesú: egli concede agli israeliti il divorzio, perché si rende conto della loro debolezza, al contrario di Gesú, che inaspettatamente si mostra cosí rigido, arroccato nei suoi principi, incapace di comprendere la nostra fragilità.
Ma, se leggiamo attentamente il vangelo, troviamo la spiegazione di tale atteggiamento. Gesú sembra dirci: «Se c’è qualcuno o qualcosa di duro in tutta questa storia, non sono io, non sono le mie parole, ma i vostri cuori. Per la durezza del vostro cuore Mosè scrisse per voi questa norma». Ecco il motivo per cui non riusciamo a capire e ad accettare le parole di Gesú, perché i nostri cuori sono induriti.
Ma il vangelo non si ferma qui, va avanti parlando dei bambini. Che c’entra? Potrebbe sembrare che non ci sia nessun rapporto. Eppure, a pensarci bene, una connessione c’è. Gesú dice: «Chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». Ecco dov’è il problema: Gesú sta parlando del regno di Dio (e quello che lui dice a proposito dell’indissolubilità del matrimonio riguarda i “figli del regno”) e noi, invece, continuiamo a essere attaccati a questo mondo (dove la fedeltà risulta praticamente impossibile). Ebbene, i bambini, a differenza degli adulti, sono capaci di accogliere il regno di Dio. Perché? Perché non hanno il cuore ancora indurito; hanno un cuore aperto a qualsiasi possibilità.
Gesú è venuto nel mondo non solo per annunciare il regno di Dio e rammentarci le esigenze di esso (apparentemente superiori alle nostre forze); Gesú è venuto nel mondo per inaugurare il regno di Dio: se siamo capaci di accoglierlo, saremo anche capaci di vivere secondo le sue esigenze. Ciò sarà possibile solo a patto che cambiamo il nostro cuore indurito, che diventiamo come bambini e accogliamo con gioia l’avvento del regno. Allora saremo capaci di comprendere la parola di Dio e di vivere secondo i suoi dettami.
Solitamente, quando si paragonano il Vecchio e il Nuovo Testamento, il primo appare assai piú duro del secondo: l’antica alleanza si presenta a noi come il regno del rigore, in contrasto con la nuova, che si manifesta come il trionfo della misericordia. Ma nel vangelo odierno Mosè appare molto piú umano e comprensivo di Gesú: egli concede agli israeliti il divorzio, perché si rende conto della loro debolezza, al contrario di Gesú, che inaspettatamente si mostra cosí rigido, arroccato nei suoi principi, incapace di comprendere la nostra fragilità.
Ma, se leggiamo attentamente il vangelo, troviamo la spiegazione di tale atteggiamento. Gesú sembra dirci: «Se c’è qualcuno o qualcosa di duro in tutta questa storia, non sono io, non sono le mie parole, ma i vostri cuori. Per la durezza del vostro cuore Mosè scrisse per voi questa norma». Ecco il motivo per cui non riusciamo a capire e ad accettare le parole di Gesú, perché i nostri cuori sono induriti.
Ma il vangelo non si ferma qui, va avanti parlando dei bambini. Che c’entra? Potrebbe sembrare che non ci sia nessun rapporto. Eppure, a pensarci bene, una connessione c’è. Gesú dice: «Chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». Ecco dov’è il problema: Gesú sta parlando del regno di Dio (e quello che lui dice a proposito dell’indissolubilità del matrimonio riguarda i “figli del regno”) e noi, invece, continuiamo a essere attaccati a questo mondo (dove la fedeltà risulta praticamente impossibile). Ebbene, i bambini, a differenza degli adulti, sono capaci di accogliere il regno di Dio. Perché? Perché non hanno il cuore ancora indurito; hanno un cuore aperto a qualsiasi possibilità.
Gesú è venuto nel mondo non solo per annunciare il regno di Dio e rammentarci le esigenze di esso (apparentemente superiori alle nostre forze); Gesú è venuto nel mondo per inaugurare il regno di Dio: se siamo capaci di accoglierlo, saremo anche capaci di vivere secondo le sue esigenze. Ciò sarà possibile solo a patto che cambiamo il nostro cuore indurito, che diventiamo come bambini e accogliamo con gioia l’avvento del regno. Allora saremo capaci di comprendere la parola di Dio e di vivere secondo i suoi dettami.