giovedì 27 agosto 2009

Don Villa e Paolo VI

Un caro lettore mi ha inviato un testo del sacerdote Don Luigi Villa a proposito di Paolo VI. Conoscendo la mia ammirazione per quel Papa, mi chiede un commento. Siccome non sono riuscito a rinvenire tale testo su internet, mi trovo costretto a riportarlo qui per intero, in modo che i lettori se ne facciano un’idea:


[1] Il 20 marzo 1965, Paolo VI ricevette in udienza un gruppo di dirigenti del “Rotary Club”, durante la quale disse che la forma associativa di quel gruppo para-massonico “era buona” e che “buono era il metodo” e, quindi, erano “buoni anche gli scopi”, come se non si sapesse che questa organizzazione era di origine massonica.

[2] Col Motu proprio “Apostolica sollicitudo”, il 15 settembre 1965, Paolo VI istituisce il “Sinodo dei Vescovi”, un organismo che era mai esistito nella Chiesa, ma che ora veniva istituito per abolire il Primato del Papa, rendendolo solo d’onore, in una confederazione di Chiese autonome.

[3] Il 4 ottobre 1965, Paolo VI parlò all’ONU, pur sapendo che esso è una istituzione massonica, come pure tutte le altre associazioni collegate con essa. Disse: “Signori, voi avete compiuto un’opera grande; voi insegnate agli uomini la pace. L’ONU è la grande scuola dove si riceve questa educazione”... Per Paolo VI, quindi, l’ONU è l’organismo che ci darà la pace attraverso l’umanesimo massonico!

[4] II 7 agosto 1965, Paolo VI, assieme al Patriarca scismatico Athenagoras, si tolsero, reciprocamente, le scomuniche (ancora valide!) che, nel 1054, S. Leone IX aveva emanate. Così, Paolo VI ammetteva la falsa dottrina delle “Chiese sorelle” (Cattolica e Ortodossa), nonostante sapesse che Gesù Cristo aveva fondato una sola Chiesa, senza dare possibilità di potersi dividere in parti. Forse, ignorava che già Pio XI, nella sua “Mortalium animos”, l’avesse condannata come “stoltezza” e, quindi, contraria alla Fede.

[5] Il 23 marzo 1966 Nella Basilica romana di “S. Paolo fuori le Mura”, fece benedire i fedeli (Cardinali e Vescovi compresi!) dall’eretico e scismatico “arcivescovo” (laico!) dott. Ramsey; nonostante fosse un insulto al Papa Leone XIII che, con la Bolla “Apostolicae curae” del 13 settembre 1896, aveva dichiarate invalide quelle ordinazioni anglicane.

[6] Il 14 giugno 1966, Paolo VI abolì l’Indice dei libri proibiti, con la “Notificazione” «Post Litteras apostolicas».

[7] Col Motu Proprio “Sacrum diaconatus ordinem”, stabilì che “possono essere chiamati al diaconato uomini di età matura, sia celibi che congiunti in matrimonio”. Fu un abile gesto papale per una desiderata futura Ordinazione Sacerdotale di uomini sposati.

[8] Il 3 aprile 1969 con la Costituzione “Missale Romanum” e poi con il “Novus Ordo Missae” Paolo VI sostituì l’antico Rito Romano della Santa Messa con una “nuova Messa” — quella d’oggi! — dove sopprime, o attenua, le espressioni e i gesti che esprimevano i dogmi, rifiutati dai protestanti.

[9] Col Motu proprio “Matrimonia mixta” tolse al coniuge non cattolico la solenne promessa di lasciar battezzare ed educare i figli nella Chiesa cattolica; il parroco dovrà solo essere “informato” dei nuovi impegni, assunti dalla parte cattolica. Fu una normativa che passò nel Codice di Diritto Canonico del 1983 (can. 1125). C’è solo da domandarsi, però, quanti di questi matrimoni siano veramente validi!

[10] Il 22 novembre 1970 con il Motu Proprio “Ingravescentem aetatem”, Paolo VI proibisce ai cardinali ultraottantenni di partecipare al Conclave; una mossa politica, questa, per poter eliminare dalle Diocesi, dalle Curie, dal Conclave, gli elementi ancora “tradizionali”, che ostacolavano l’inizio e lo sviluppo della “nuova Chiesa Conciliare” del Vaticano II.

[11] Nel 1969 Paolo Vl, con l’Istruzione “Fidei custos” autorizzava i laici a distribuire la Santa Comunione, col pretesto delle nuove “particolari circostanze o nuove necessità”. Fu un altro empio gesto ecumenico, contro il compito che Gesù aveva riservato agli Apostoli e al Clero!

[12] Con l’Istruzione “Memoriale Domini”, mentre, prima, si ribadiva l’opposizione della Chiesa di distribuire l’Eucarestia sulla mano, per il “pericolo di profanare le specie eucaristiche”, e per “il riverente rispetto dei fedeli verso l’Eucarestia”, poche righe dopo, autorizzava le Conferenze episcopali, in quelle Nazioni in cui la distribuzione sulla mano era già stata abusivamente e illegalmente introdotta, a deliberare loro, con voto segreto, sulla sua ammissibilità. Fu, invece, un altro gesto “sacrilego” che divenne, poi, quotidiano, con la permissione che diede a tutti i “Vescovi conciliari”!

[13] Approvando il nuovo “Rito delle Esequie”, Paolo VI concesse le esequie anche a coloro che avessero scelto la “cremazione del loro cadavere”, sia pure con la condizione che “la loro scelta non risultasse dettata da motivazione contraria alla dottrina cristiana”. Questo nuovo rito, contrario a tutta la Tradizione Apostolica , e regolato nel vecchio Codice dal can. 1203 §§ 1 e 2, era stato imposto dalle Logge massoniche; “in tal modo, il cammino della riconciliazione” (!!!) con la massoneria veniva facilitato e costituiva una ennesima correzione graduale della fede!

[14] L’abolizione dell’Indice” (giugno 1966), affidando alla libera responsabilità delle “cristiano adulto” (!!!) la decisione delle sue letture, ha portato nella Chiesa ogni eresia!

[15] La sua fu una vera inversione della battaglia di S. Pio X contro il Modernismo.

[16] Il filo-comunismo di Paolo VI portò alla vittoria del comunismo in Italia, con Pertini come Presidente, con Argan a sindaco di Roma.

[17] Indicativa è la sua visita all’ONU e la sua visita alla “Meditation Room” l’altare del “dio” senza volto, nel “Tempio della Compressione”.

[18] Si pensi alla donazione dell’Anello e della Croce pettorale al massone segretario generale dell’ONU. I due gioielli contenevano 404 diamanti, 140 smeraldi e 20 rubini. Il valore stimato era sui 100.000 dollari. Si pensi anche alla deposizione della Tiara. Questi due fatti meriterebbero ben tristi riflessioni!...

[19] Nella sua “Populorum Progressio”, si scagliò contro il sistema capitalistico, ma non si dice che Paolo VI, nel frattempo, con Sindona, faceva investimenti del Vaticano nel mondo industriale, a livello mondiale.

[20] Paolo VI firmò un editto nel quale si diceva che durante la comunione nelle due specie, chi voleva, poteva usare una cannuccia per il Sangue di Cristo!

[21] Si rifletta sul fatto della bara di Paolo VI che non aveva alcun simbolo cristiano!...

[22] Con Paolo VI, la Chiesa non doveva più accentrare le sue forze sull’evangelizzazione per guadagnare le anime a Cristo e condurle alla vita eterna, ma tutti i suoi sforzi dovevano, invece, essere impiegati alla promozione di un “umanesimo pieno”, e per questo non solo ingaggiarsi socialmente, ma porsi all’avanguardia di quella azione sociale! La sua enciclica “Populorum Progressio”, infatti, non è che un inno a questa mentalità pagana che Lui voleva inculcare alla sua Chiesa!

(Fonte: Chiesa Viva, aprile 2009, pp. 3-5)



Sapevo dell’esistenza di Don Villa, sapevo che era un tradizionalista; ma non avevo mai letto nulla di lui. Beh, devo dire che, dopo aver letto questa pagina, mi basta e mi avanza. Per principio, sono portato a dar credito a chiunque; anche quando non le condivido, cerco di prendere sul serio le opinioni altrui; in qualsiasi cosa leggo mi sforzo di cercare qualcosa di utile, per arricchire o correggere le mie convinzioni, o anche solo per metterle alla prova con argomentazioni di segno opposto. Scusate, ma in questo caso proprio non ci riesco. Nel sito della rivista da cui tale documento è ripreso (Chiesa viva) Don Villa è presentato come “dottore in teologia”; io devo accontentarmi di essere solo “licenziato” in quella disciplina, ma sinceramente mi aspetterei da un teologo ben diverse argomentazioni. Io non escludo che Paolo Vi possa essere criticato (io stesso quante volte l’ho fatto prima e dopo la sua morte...), ma le obiezioni devono essere serie. In questa lunga lista non ne trovo una che sia tale. Pertanto, non vale la pena perdere tempo a rispondere a ciascuno dei punti elencati.

Da parte mia, mi limiterò a compilare un altro elenco (molto piú breve di quello di Don Villa), quello delle cose che Don Villa ha dimenticato (chiedo venia se ripeterò alcuni punti già toccati in precedenti interventi).


1. Paolo VI viene eletto durante il Concilio Vaticano II; decide di continuarlo, dando ad esso una svolta ecclesiologica. Allega alla Costituzione dogmatica Lumen gentium una “Nota praevia” sulla corretta interpretazione del concetto di collegialità. Avoca a sé alcune questioni scottanti quali il celibato sacerdotale e la contraccezione. Al termine della III sessione del Concilio (21 novembre 1964) proclama Maria “Madre della Chiesa”. Porta quindi a termine il Concilio raccogliendo l’unanimità dei consensi dei Padri su tutti i documenti emanati.

2. Il 3 settembre 1965, a Concilio ancora aperto, pubblica l’enciclica Misterium fidei sulla dottrina e il culto della SS. Eucaristia, nella quale riafferma l’insegnamento tradizionale della Chiesa a proposito della “transustanziazione”, contro le nuove proposte di “transignificazione” e “transfinalizzazione”.

3. Il 1° gennaio 1967 pubblica la Costituzione apostolica Indulgentiarum doctrina, in cui conferma la dottrina cattolica sulle indulgenze.

4. Il 24 giugno 1967 pubblica l’enciclica Sacerdotalis caelibatus, con cui ribadisce la tradizionale disciplina sul celibato dei sacerdoti nella Chiesa latina.

5. Al termine dell’Anno della fede (30 giugno 1968) pronuncia una solenne professione di fede (il “Credo del popolo di Dio”).

6. Il 25 luglio 1968 pubblica l’enciclica Humanae vitae, con cui riafferma la dottrina tradizionale della Chiesa a proposito della contraccezione.

7. Il 10 giugno 1969 si presenta al Consiglio Ecumenico delle Chiese a Ginevra dicendo: “Il Nostro nome è Pietro”.

8. L’8 dicembre 1975 pubblica l’Esortazione apostolica Evangelii nuntiandi, con cui ribadisce il dovere della Chiesa di annunziare il Vangelo.


Queste, insieme a tante altre, sono le cose che contano nel pontificato di Paolo VI. Il resto — permettetemi — è spazzatura. Che Paolo VI fosse massone o comunista è semplicemente ridicolo (vi pare che un massone-comunista faccia le cose che ho appena elencato?): sono accuse che non vanno neppure prese in considerazione (per avere un saggio delle “prove” che dimostrerebbero che Paolo VI fosse massone, lascio ai lettori che ne abbiano il coraggio e la pazienza di andarsi a leggere questa pagina nel sito di Chiesa viva;io mi rifiuto di riferirle).

Per concludere vorrei rammentare a Don Villa e a tutti coloro che, per difendere la tradizione e, in particolare, il primato pontificio, non riconoscono l’autorità dei legittimi Pontefici, quanto si legge nella bolla Unam Sanctam di Bonifacio VIII: “Subesse Romano Pontifici omni humanæ creaturæ declaramus, dicimus, diffinimus et pronunciamus omnino esse de necessitate salutis” (DS 875). Loro che si stracciano le vesti per il disordine che regna nella Chiesa attuale, non si rendono conto di essere fra i primi fomentatori di quel disordine; loro che lamentano una crisi di fede, non si rendono conto di essere i primi a mettere in crisi la fede; loro che denunciano il soggettivismo imperante, non si rendono conto di aver creato una fede a proprio uso e consumo; loro che dicono di difendere la tradizione, non si rendono conto di aver trasformato la tradizione in una ideologia. Spero che almeno la definizione dogmatica dell’Unam Sanctam li aiuti a riflettere e rinsavire; spero che almeno si rendano conto che stanno mettendo seriamente a rischio la salvezza della loro anima.