domenica 23 agosto 2009

XXI domenica "per annum"

«Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?».

Questa la reazione dei discepoli (si noti, dei discepoli; non dei Giudei) all’insegnamento di Gesú: un insegnamento “duro”, incomprensibile, inaccettabile. E Gesú, anziché affrettarsi a spiegare il significato delle sue parole, a renderle piú dolci e accessibili, si limita a dire:

«Le parole che io vi ho detto sono Spirito e sono vita».

Quelle stesse parole, che appaiono “dure” all’orecchio umano, sono in realtà “Spirito” e “vita”. Saranno pur “dure” ad ascoltarsi, ma non sono parole vuote: esse hanno un contenuto, che non è solo un contenuto intellettuale (la comunicazione di un pensiero), ma un contenuto vitale. Esse sono parole efficaci: realizzano ciò che dicono, perché contengono in sé una potenza misteriosa — lo Spirito — capace di creare dal nulla tutte le cose. Gesú inoltre ci rammenta che «è lo Spirito che dà la vita»; pertanto quelle parole, che contengono lo Spirito, comunicano la vita.

Ma tutto ciò è possibile solo per coloro che credono: solo con la fede possiamo scoprire lo Spirito e la vita in parole che, altrimenti, rimarrebbero semplicemente “dure”. Esempio di persona che crede è Pietro, il quale avrà pure sperimentato, come gli altri discepoli, la durezza dell’insegnamento di Gesú; ma, allo stesso tempo, fu capace di percepire il mistero che si nascondeva in quelle parole:

«Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna».